A sciogliere i dubbi è la circolare ministeriale diffusa già lo scorso luglio, che invitava gli operatori medico-sanitari a “offrire la vaccinazione ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo”. E a dicembre, rispetto alle raccomandazioni, che parlavano di avviare la campagna vaccinale ad ottobre, siamo decisamente in ritardo, ma ancora in tempo, come ha appena ricordato anche la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie. “Nonostante siamo al picco influenzale, è ancora opportuno, seppur tardivamente, vaccinarsi, oltre che mantenere le buone norme volte a limitare i contagi“, ha commentatoAlessandro Rossi, Responsabile Patologie Acute SIMG.

Più difficile, invece, classificare la distinzione rispetto all’infezione da Covid considerato che chi viene aggredito dalla malattia può manifestare tutto il ventaglio di sintomi influenzali comuni, ma può essere più o meno sintomatico, paucisintomatico o anche asintomatico. Quest’anno la stagione influenzale è incominciata precocemente, tant’è che se ne prevede il picco subito dopo… Negli ultimi due anni siamo stati protetti dal Covid-19, ma potremmo essere più suscettibili all’influenza e ad altri virus simili al raffreddore. In Francia lo scorso agosto è stato cognato il termine “debito di immunità” per descrivere proprio questa riduzione dell’immunità della popolazione per i virus stagionali. Se teniamo conto come riferimento una malattia influenzale (è un discorso in realtà valido anche per malattie di base batteriche), il periodo di riposo è bene che sia di cinque giorni circa, suddivisibili in 2+3. Domande lecitissime per chi è alle prese oggi con questi rigidi giorni invernali e rischia, tra un’uscita e l’altra, un brutto o raffreddore o addirittura parecchi giorni di influenza.

La durata della malattia è variabile da bambino a bambino, ma generalmente è di 5-10 giorni con risoluzione spontanea nella maggior parte dei casi. Febbre alta, naso che cola, affaticamento, dolori articolari sono sì sintomi dell’influenza australiana ma lo sono anche di patologie parainfluenzali e dell’infezione da Covid. Di norma questa influenza è caratterizzata da una durata piuttosto lunga, sette-otto giorni, spesso con febbre alta. Ma se non ci sono altre complicanze, è bene tenerla sotto controllo con paracetamolo e facendo bere molto i bambini. Se invece il piccolo inizia ad avere tosse persistente, se diventa inappetente o è molto giù fisicamente, è bene farlo vedere dal pediatra e se necessario va accompagnato in ospedale. Attenzione anche a non farlo tornare subito a scuola una volta sfebbrato.

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Mentre per alleviare i sintomi del bambino, può essere utile la somministrazione di paracetamolo o ibuprofene in caso di febbre e/o cefalea, lavaggi nasali in caso di raffreddore. In generale l’influenza di tipo stagionale presenta sintomi lievi, ma in alcuni casi vi è il rischio di complicanze. Per la maggior parte delle persone, dopo un’incubazione di uno o due giorni, iniziano a manifestarsi sintomi come febbre, dolore muscolare, mal di testa, mal di gola, raffreddore e tosse. L’influenza è una malattia respiratoria causata da virus influenzali. Si tratta di una malattia stagionale che si ripresenta in maniera periodica, solitamente nel periodo invernale.

quanto dura questa influenza

Un bambino completamente inappetente avrà più difficoltà a raccogliere le energie per reagire all’influenza rispetto ad un altro che mangia eventualmente favorito da sintomi più lievi. Rispetto all’opportunità di effettuarne uno per distinguere la patologia dall’influenza, va detto che tale identificazione, capire cioè quale infezione ha aggredito il bambino, è importante in termini di approccio terapeutico. Soprattutto se si tratta di bimbi piccoli, l’approccio terapeutico cambia a seconda che l’infezione sia da influenza, da virus parainfluenzale o da Covid. La sintomatologia qui elencata in 3 punti si presenta contestualmente, ovvero caratterizza l’influenza come sintomatologia associata. Gli altri virus parainfluenzali, al contrario, possono presentare ciascuno di questi sintomi ma mai tutti insieme. Se il bambino ha solo il naso chiuso, quindi, avrà probabilmente un virus parainfluenzale e non l’influenza.

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Innegabilmente, questo è un “nervo scoperto” del sistema immunitario che ci rende tutti più vulnerabili. Flurona è il termine con cui si indica la sovrapposizione dei virus dell’influenza e del Covid-19. Nonostante i mille dubbi riguardo il pericolo che l’unione di queste due infezioni può causare, le parole degli esperti sono rincuoranti. Infatti, un fattore che potrebbe portare un po’ di tranquillità risiede nel numero bassissimo di vittime della doppia infezione, anche se non c’è una stima precisa. La durata dell’influenza, invece, è variabile da soggetto a soggetto, come da bambino a bambino, dipende dalla reazione del corpo, dall’appetito, dalla risposta difensiva, eccetera.

È importante, però, consultare il proprio Pediatra di fiducia in presenza di sintomi per escludere altre malattie che possono esordire con sintomi simili. Solo nell’ultima settimana, le stime ufficiali riferiscono che si siano ammalati d’influenza quasi 16mila salernitani di cui circa 2mila500 nella fascia d’età 0-4 anni e più di 2mila in quella 5-14. Numeri che si sommano a quelli legati alla diffusione del Covid-19 e che stanno mettendo a dura prova pediatri di famiglia, guardie mediche e pronto soccorso. La situazione è complessa, e questo non solo a causa dell’influenza stagionale, ma anche per colpa di virus para-influenzali che circolano tra la popolazione e in particolar modo tra i bambini.

Il flusso inappropriato, poi, genera il noto problema del sovraffollamento. Una domanda molto frequente questa, da parte dei genitori che devono prendersi cura dei loro piccoli e non sempre sanno come regolarsi in caso di bisogno di uscire, emergenze e tacche del termometro che salgono verso le temperature più alte. Ad accorrere in soccorso, con le sue rassicurazioni, c’é Michele Fiore, pediatra di Genova. Ricordate che più il bambino è piccolo più le aggressioni, virali in questo caso, meritano un monitoraggio medico attento.

quanto dura questa influenza

Si deve usare il buon senso ed il proprio cervello, ma oramai la gente ha paura e ascolta solo voi che alimentate la paura. Che cosa fare, allora, se compaiono sintomi che possono far pensare all’influenza? Sicuramente prima di tutto è bene fare il tampone per assicurarsi di non avere il covid-19, che presenta sintomi molto simili, poi isolarsi a casa, stare a riposo e bere molto per evitare la disidratazione.

Il vaccino tradizionale è un quadrivalente che contiene virus inattivati (cioè uccisi e frammentati), somministrato per via intramuscolare. Il vaccino con spray intranasale è un vaccino sempre quadrivalente, ma vivo attenuato. L’indicazione su quale prodotto usare, se sotto forma di spray o di puntura, oltre che in base all’età (il vaccino spray è indicato nella fascia 2-6 anni) e alla disponibilità delle dosi, dipende dalla decisione del medico. L’influenza può causare serie complicanze come polmonite e miocardite, più frequenti nei soggetti con particolari fattori di rischio . E’ opportuna una rapida valutazione se il bambino presenta comorbilità, se molto piccolo, se sta molto male, se rifiuta di mangiare e bere. Febbre alta, dolore alle ossa, dolori muscolari, tosse e mal di gola.

Il nome designa la doppia infezione Covid-influenza – dall’inglese flu e corona – un’accoppiata esplosiva che sta destando preoccupazione. Ecco cosa risponde il Tavolo tecnico vaccinazioni e malattie infettive della Società Italiana di Pediatria alle domande più frequenti sull’influenza. Ladurataè di massimo 7 giorni per ciò che riguarda gli adulti e fino a 10 giorniper i bambini. Ciò non esclude che altri sintomi possano persistere anche per più giorni . I pazienti con malattie croniche o con sistema immunitario indebolito.

Gli esperti, guardando a ciò che era accaduto in Australia, avevano già predetto che quest’anno l’influenza sarebbe stata molto pesante. Parole che si sono rivelate vere, dato il numero di casi in notevole rialzo già a dicembre. Proprio sotto le feste, quando si temono circa 150mila casi al giorno per un totale di 10 milioni di persone che hanno già avuto l’influenza da inizio stagione. L’influenza australiana dilaga in Italia soprattutto tra i bambini, come testimonia il bollettino Influnet pubblicato e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità. Sì, sono i più piccoli a pagare di più le conseguenze di questo virus.

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Basti pensare che in epoca pre-vaccinale i casi corrispondevano al 4%, e che ora la probabilità di contrarre Flurona si è abbassata ancora di più, raggiungendo lo 0,5 e lo 0,7%. Inoltre, tale contagio interesserebbe maggiormente i giovani, probabilmente per una maggiore probabilità di esposizione. Insomma, nulla che possa rappresentare una minaccia sconosciuta e che non riguardi la solita influenza con cui noi tutti abbiamo avuto a che fare, soprattutto in questo periodo. Lo stato di emergenza per il Covid-19 è finito da un pezzo, anche se il virus continua a circolare indisturbato con le sue mille varianti, soprattutto Omicron che non sembra proprio arrestarsi.

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Spesso si tratta di virus aggressivi, con uno sviluppo di complicanze che infatti rendono necessario il ricovero. Basta camminare per strada o andare dentro ad un negozio per notare decine di persone con tosse e raffreddore. L’influenza australiana sta colpendo duro e solo negli ultimi 7 giorni si sono ammalate circa 1 milione di persone. Un numero davvero alto se si pensa che negli ultimi due anni l’influenza è stata praticamente assente.

Le epidemie e pandemie di influenza si verificano in maniera imprevedibile, come l’influenza spagnola nel 1918 o quella asiatica nel 1957. L’ultima pandemia influenzale è quella dovuta al virus H1N1 nel 2009, originaria del Messico, che ha colpito uomini e maiali. L’attuale Governo prevede 2 miliardi di investimento per la sanità. Solo di costi energetici in più paghiamo un miliardo e mezzo sui bilanci regionali. Si arriverà anche a chiudere i pronto soccorso marginali, se la situazione resta questa.

  • La durata della malattia è variabile da bambino a bambino, ma generalmente è di 5-10 giorni con risoluzione spontanea nella maggior parte dei casi.
  • Per far abbassare la temperatura è possibile prendere paracetamolo o ibuprofene.
  • Attualmente, si stima che le visite eseguite in pronto soccorso per pazienti non urgenti siano comprese tra il 33 e il 50 per cento.
  • Sicuramente prima di tutto è bene fare il tampone per assicurarsi di non avere il covid-19, che presenta sintomi molto simili, poi isolarsi a casa, stare a riposo e bere molto per evitare la disidratazione.
  • Negli ultimi due anni siamo stati protetti dal Covid-19, ma potremmo essere più suscettibili all’influenza e ad altri virus simili al raffreddore.

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Quando la febbre se ne va per due o tre giorni significa che il bambino è guarito, ma deve stare comunque ancora un po’ riguardato e a riposo. Solo allora potrà tornare a scuola o all’asilo ed eviterà le famose ricadute. Tenere il proprio bambino a casa, idratarlo e confortarlo sono le tre regole base che favoriscono la guarigione. L’antibiotico non serve per curare l’influenza ma per trattare eventuali sovrainfezioni batteriche. Va quindi somministrato solo in alcuni casi, su indicazione del Pediatra.