E nonostante le 3 ore e passa di film, almeno personalmente, nessun mal di testa a fine proiezione.Spettacolare e veramente di alto livello è anche la resa della CG, le scene action e l’integrazione perfetta tra “elementi reali” ed irreali presenti in scena. La resa scenografica è forse la cosa che maggiormente ci ha stupito un po’ come fu per il primo film, complici la qualità altissima dei modelli 3D, la gestione delle luci e la brillantezza della scala cromatica. Deadline – C’è bellezza ovunque si guardi, dallo spettacolo offerto dalla creazione della natura, al senso tattile che si ottiene dalla pelle e dai capelli degli umani e di altre creature naturali, alle espressioni emotive di forza e sensibilità.
Questo spiega in poche parole lo scarso successo di Avatar dopo la sua uscita in sala. Avatar è stato il maggior incasso di tutti i tempi e ha vinto tre Premi Oscar per gli effetti speciali e visivi del film, che puntavano a un 3D immersivo senza precedenti ed erano il vero gioiello della pellicola. Non la trama, semplice e forse semplicistica, già vista in molte salse e qui nemmeno rinverdita, se non col mondo di Pandora completamente inventato.
Avatar – La via dell’acqua: la trama
Ma non finisce qui, perché la famiglia Sully si ritrova a dover scappare e a dovere abbandonare le proprie radici per cercare rifugio in una terra lontana che non è la propria. Una terra in cui, all’inizio, farsi accettare, superare le diffidenze e le differenze e, in una parola, integrarsi, non è proprio una passeggiata. Come potevamo ben immaginare è sicuramente il versante tecnico la vera punta di diamante della pellicola di James Cameron che ci fa immergere in paesaggi fantastici e dalle dimensioni mastodontiche.
Indiewire – La cosa più impressionante del film è come riesca a catturare lo spirito più antico dei multiplex così bene da non aver nemmeno bisogno di un protagonista come Tom Cruise. Questo è un Film con la F maiuscola, la tecnologia da 400 milioni di dollari e il suo messaggio ecologico sono tutti al servizio di un’avventura delle dimensioni di un tulkun, tanto da farti smettere subito di pensare a come sia stato realizzato. A causa di questa nuova invasione la famiglia Sully sarà costretta ad emigrare verso sconosciute zone del pianeta, alla ricerca di una nuova casa in cui poter vivere tranquilli e proteggere la famiglia. I cosiddetti “uomini del cielo” hanno deciso di ritentare l’invasione di Pandora, ma questa volta hanno una motivazione rafforzata dalla vendetta nei confronti di Jake.
Il film, prodotto da Cameron e Jon Landau, vede nel cast anche Joel David Moore, CCH Pounder, Edie Falco, Jemaine Clement, Giovanni Ribisi, Sigourney Weaver , Britain Dalton, Bailey Bass, Jamie Flatters, Trinity Bliss, Filip Geljo, Duane Evans Jr. e CJ Jones. Che si tratti di una scena di combattimento o di un’immersione alla scoperta di strane meraviglie, tutto è delineato con maniacale accuratezza e con la spettacolarità cinematografica giusta a stimolare l’effetto WOW. Ricordiamo che Avatar 2 La Via dell’Acquaè al cinema dal 14 dicembre distribuito da The Walt Disney Company Italia. Dopo Avatar e tanto chiacchiericcio ecco che 13 anni dopo arriva Avatar 2 La Via dell’Acqua nelle sale italiane dal 14 dicembre sempre diretto da James Cameron e distribuito da The Walt Disney Company. Palinsesto di tutti i film in programmazione attualmente nei cinema, con informazioni, orari e sale.
Ieri sera é andata in onda su Raiuno la trasposizione cinematografica di “Filumena Marturano” diretta da Francesco Amato. Al bar dello sport con Lino Banfi e Jerry Calà Al bar dello sport è un film del 1983 diretto… Roteando ancora sulla questione grafica, è incredibile notare come la maestria e l’autorevolezza di Cameron si traducano in un autocitazionismo sbalorditivo che ci fa rivivere – soprattutto verso la fine – l’epicità scenica di capolavori come Titanic, ma sparsi qua e là ci sono anche Aliens – Scontro finale, Terminator, The Abyss. Le immagini esplodono naturalmente sotto ai nostri occhi, in una dimensione fantastica che fa sempre attenzione ad arpionare la realtà quel tanto che basta a non farsi trascinare negli abissi. Dopo essere stato proiettato in anteprima alla CinemaCon di Las Vegas due settimane fa e nelle sale cinematografiche prima di…
Avatar – La via dell’acqua: recensione del film di James Cameron
Avatar 2, primo di cinque sequel già prodotti o in produzione a cui Cameron si è dedicato anima e corpo in 13 anni, va visto al cinema, e in 3D. Magari sul finale vi commuoverà pure ma per gran parte della storia non c’è da dire molto al livello di trama e concetti. Un film che poteva essere migliore di quello che è, che pur raggiungendo la sufficienza piena non ha nulla a che vedere con quella storia epocale che molti magari si aspettavano. Sembra di cadere più rovinosamente sul versante blockbuster commerciale da campione di incassi a scapito della qualità narrativa e di questo ne siamo veramente dispiaciuti e un pochino delusi.
Insomma, a James Cameron servirà probabilmente appellarsi a più di un santo per potersela cavare questa volta. Un film da assaporare con lo sguardo, che ci ricorda la vitalità e l’importanza del cinema. Avatar – La via dell’acqua contrappone a una trama basilare una spettacolarità senza eguali. Un 3D nativo e non adattato, che ti fa sentire sulla pelle l’acqua e le piante di Pandora. Il lavoro tecnico fatto sulla CGI è sicuramente encomiabile e lo rende un’esperienza cinematografica nel senso più puro del termine.
Il primo film infatti introduceva un’ambientazione del tutto nuova, non tanto per il pianeta fantastico quanto per l’espediente narrativo dei cosiddetti avatar. Era sicuramente una storia figlia del suo tempo, probabilmente ispirata ad una tecnologia sempre più all’avanguardia, agli alter-ego di mondi videoludici sempre più mastodontici ed immersivi. La semplicità di cui sopra si arricchisce di un maggior numero di personaggi rispetto al 2009, che vedono intersecarsi le loro vicende. Gli sceneggiatori Cameron, Rick Jaffa e Amanda Silver puntano tanto sui legami e sui valori positivi, lasciando fare il resto alla magnificenza delle immagini. La tecnologia attuale impreziosisce notevolmente la visione in 3D, particolarmente suggestiva nelle scene ambientate sott’acqua.
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Il secondo motivo sta proprio nella componente tecnologica, cioè nell’uso del 3D e dell’IMAX. La tecnologia 3D e IMAX è una tecnologia prettamente cinematografica, nel senso che è riproducibile e pienamente apprezzabile solo in sala. Nel 2009 – ma il discorso è valido anche oggi – quasi nessun televisore era adatto alla riproduzione di un film in tre dimensioni.
- Ma se rapiti dalla straordinaria messinscena subacquea fuori dagli schemi, lo stesso non si può dire per la narrazione visiva che non aggiunge nulla di nuovo al già visto molti anni prima.
- (Il primo “Avatar” ha incassato 2,92 miliardi di dollari, ancora il campione al box office di tutti i tempi.) “Ho imparato una lezione da ‘Titanic’ in cui non abbiamo spinto per ottenere abbastanza soldi per la ricerca e lo sviluppo per l’affondamento della nave da diverse angolazioni, e ci ha colto un po’ di sorpresa”, ha detto Landau.
- Ma La via dell’acqua chiarisce il fatto che il regista non ha più bisogno di lasciare i confini della sua luna extrasolare nel sistema Alfa Centauri per creare qualcosa che sia più vicino al cuore.
- Come la famiglia di Jake Sully e Neytiri e i loro quattro figli che scorrazzano liberi e felici nella foresta.
- Gli sceneggiatori Cameron, Rick Jaffa e Amanda Silver puntano tanto sui legami e sui valori positivi, lasciando fare il resto alla magnificenza delle immagini.
- Ovviamente questo nuovo contesto favorisce anche l’ingresso nel cast di nuovi personaggi, come Cliff Curtis nel ruolo di Tonowari, il capo del clan della barriera corallina Metkayina e Kate Winsletin quelli della sua compagna, Tonowari.
Si vedono le differenze con il primo film e le enormi migliorie fatte in 13 anni di lunga e travagliata produzione. Si vede perché il cineasta ci ha messo così tanto e ha puntato su tutto questo film non girandone altri in tutto questo tempo. RollingStone – Il momento migliore è il suo climax, quando il film sfrutta al meglio la soddisfazione catartica che ha promesso fino a quel momento, il rilascio ricco d’azione brulicante di note drammatiche, ogni filo della storia che si riunisce, ogni personaggio senza una causa che trova finalmente una giustificazione.
La sceneggiatura riprende a piene mani dal primo film senza aggiungere niente di veramente innovativo. I personaggi tra vecchi e nuovi sono molteplici, alcuni dei quali profondi, complessi ed ambivalenti, altri invece scritti in maniera più superficiale e lasciati da parte con l’evolversi della storia. Ovviamente questo nuovo contesto favorisce anche l’ingresso nel cast di nuovi personaggi, come Cliff Curtis nel ruolo di Tonowari, il capo del clan della barriera corallina Metkayina e Kate Winsletin quelli della sua compagna, Tonowari. Una figura, quest’ultima, che si eguaglia a quella di Neytiri, tratteggiando i capisaldi di una società ancorata alle logiche patriarcali e ancestrali. In questo modo Cameron ha creato le condizioni ideali per stupire ancora una volta gli spettatori, mettendo al servizio del cinema una rappresentazione incredibilmente realistica e avvincente in cui la spettacolarità si lascia sviscerare dalla spiritualità e dalla bellezza, servendosi al meglio della digitalizzazione e del 3D.
Per fare questo alcuni marine vengono trasferiti con le loro memorie e coscienze all’interno della loro forma Avatar, e tra questi c’è anche il colonnello Miles Quaritch, determinato ancora una volta a vincere su Jake Sully e sugli abitanti di Pandora. Diverse creature introdotte nell’attrazione del parco a tema Avatar Flight of Passage sono presenti nel film. Magazine Pragma è un webzine che tratta news, notizie, articoli di musica, cinema, eventi, hi-tech, viaggi, motori, libri, curiosità e attualità.
Da questo punto di vista, la famiglia Sully è portata a schermo in maniera egregia ed ogni suo singolo membro è capace di creare empatia con lo spettatore. In più, i loro personaggi sono dotati di una caratterizzazione ben precisa e, dal capo famiglia alla bambina più piccola, tutti sono riconoscibilissimi negli atteggiamenti, nel modo di pensare, di parlare e di interagire con il mondo circostante. Avatar 2 è uno sci-fi visivamente spettacolare che deve gran parte della sua riuscita al comparto tecnico in grado di mascherare, almeno inizialmente, i buchi di una sceneggiatura stanca che regala veramente poco rispetto al precedente capitolo. Sì, perchè se scoperchiamo il lavoro di James Cameron rimuovendo questa “bella carrozzeria” (che poi è ciò che fa da specchio per allodole) rimane veramente poco al livello emozionale e di script. Certo ci sono numerosi spunti narrativi ma assolutamente niente di veramente sorprendente.
Ma le meraviglie permesse dalla tecnologia non sono l’unico punto forte di un film che si poggia anche su una storia robusta e coinvolgente, che mette sul piatto tanti temi attuali e universali sviluppati su più livelli. Quella che Jake e Neytiri, due personaggi di etnia diversa, hanno costruito insieme. Una famiglia unita dall’amore, ma anche dalla quotidiana fatica di fare andare tutto a posto, in una ‘casa’ in cui tre dei quattro figli stanno vivendo il passaggio ponte dell’adolescenza. E questo periodo della vita, e delle difficoltà di gestirlo per i ragazzi in cerca di identità e per i genitori che devono accompagnarli in questo viaggio, è un altro tema del film.
LE PRIME RECENSIONI DI AVATAR 2 pic.twitter.com/WBlFb6TGf4
— sickalien ☾ ۞ 🎄☃️ fan account (@alien_sick) December 13, 2022
Come tutti i personaggi del resto, tra vecchia e nuova vita sulla via dell’acqua del titolo. Un film in cui tutti si sentono degli outsider, non solo Sully, ma anche la moglie e i figli per diversi motivi e dovranno trovare la propria identità in un romanzo di formazione familiare. Il tutto mentre un nemico assetato di vendetta si mette sulle loro tracce per distruggerli, e distruggere tutto il loro mondo. Senza dimenticare ovviamente, anche in questo secondo capitolo, il tema ambientalista, sviluppato in particolare raccontando le sofferenze dei tokul, creature dell’oceano braccate da cacciatori senza scrupoli. L’impatto iniziale è veramente piacevole, poi occhi e cervello si abituano ma la spettacolarità dell’effetto 3D specie in alcune sequenze dobbiamo dire che rimane anche alla fine.
Consequence – Inerente alla premessa di Avatar è il desiderio di essere trascinati in un nuovo mondo vibrante, splendido e coinvolgente – è lo stesso viaggio che compie Jake nel primo film, ed è perfetto per i pregi di Cameron come creatore di grandi epiche. The Patient, la nuova serie FX disponibile su Disney Plus, mette Steve Carell e Domhnall Gleeson davanti al proprio io. Bardo, la cronaca falsa di alcune verità è il film più personale di Alejandro González Iñárritu, ma anche uno dei meno convincenti. Se ti è piaciuto Cena con delitto, non puoi perderti questi 5 film gialli tutti da scoprire.