Se facciamo riferimento al pancreas, i Net sono forme rare, rappresentano il 2% di tutte le neoplasie pancreatiche e sono caratterizzate da una prognosi molto migliore rispetto alle altre tipologie di tumori pancreatici. Che, sulla base delle evidenze scientifiche, disciplini con chiarezza su quali elementi della storia clinica del paziente e della singola patologia oncologica si possa escludere l’idoneità all’adozione». Se noti la presenza di un nodulo, rossore e ispessimento della pelle attorno al capezzolo o delle modifiche nella sua forma, o ancora hai delle perdite di sangue, siero o latte o riporti una tumefazione ascellare, è il caso di sentire subito un medico.

tumore al pancreas sintomi prima della morte

Con “ischemia intestinale“, in medicina si identifica una alterazione della circolazione sanguigna nei tessuti dell’intestino, determinata da varie cause, come l’occlusione di un’arteria che porta sangue ossigenato all’intestino, ma anche l’alterazione del flusso venoso intestinale. Mi hanno ridato la vita- afferma sorridendo la paziente – dopo due anni di continui disturbi, ricoveri, accertamenti che hanno condizionato la mia vita e quella della mia famiglia finalmente ho conosciuto il dott. Giannone e la sua equipe- medici, infermieri, ausiliari tutti educati e gentili- che mi hanno seguita con attenzione e affetto, con una parola di conforto sempre pronta e, grazie all’intervento, mi hanno guarita. Adesso sto bene, sono spariti tutti i disturbi legati alla ipoglicemia, sono tornata al mio peso forma e sono tornata alla mia vita. I P-Net sono i tumori neuroendocrini del pancreas, anche noti come tumori a cellule insulari, sono neoplasie rare che insorgono nei tessuti endocrini del pancreas; possono secernere una grande varietà di ormoni, tra cui insulina, gastrina, glucacone VIP, determinando sindromi cliniche patognomoniche. I tumori sono considerati rari quando sono al di sotto di sei casi ogni 100mila abitanti.

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Come per altri tumori, anche per il pancreas si ricorre sempre più frequentemente alla somministrazione della chemioterapia prima dell’intervento. Ciò avviene per trattare da subito le possibili micrometastasi (metastasi già presenti, ma troppo piccole per essere evidenziate dagli esami) e per migliorare la radicalità dell’intervento, rendendo più piccolo il tumore primitivo. Ma al di là se il tumore è operabile o meno la chemioterapia ad oggi è la sola arma di cui disponiamo per affrontare la malattia. A dimostrazione dell’importanza della chirurgia i pazienti con un tumore del pancreas che finiscono sotto i ferri, subito o dopo un ciclo di chemioterapia, sono quelli che hanno maggiori probabilità di vincere la malattia.

Il trattamento del dolore, l’attenzione alle esigenze nutrizionali del paziente, la cura della cute con la protezione delle prominenze ossee dalla pressione sono aspetti dell’assistenza infermieristica importanti per ridurre il malessere associato all’ittero, all’anoressia e al calo ponderale. Il dolore associato al cancro al pancreas può essere molto intenso e richiedere un uso importante di analgesici narcotici; in caso di dolore grave e crescente si dovrebbe considerare l’opportunità dell’analgesia controllata. I tumori che provocano tale ostruzione possono originare nel pancreas, nel dotto biliare comune o nell’ampolla di Vater. L’ostruzione delle vie biliari e l’assenza della bile nel tratto gastrointestinale può provocare malassorbimento delle sostanze nutritive e delle vitamine liposolubili. Il paziente può lamentare dolori addominali, prurito e sintomi aspecifici quali anoressia, perdita di peso, malessere generale.

Alla base però dello scarso successo generale delle terapie c’è la caratteristica, a differenza di molte altre neoplasie, delle scarsa vascolarizzazione del tumore. Quando la massa tumorale è scarsamente ricca di vasi sanguigni è difficile fare arrivare a destinazione i farmaci. Più in generale, vista la complessità del tumore metastatico, gli schemi più utilizzati sono gemcitabina + nab-paclitaxel, mFOLFIRINOX e PAXG (cisplatino + nab-paclitaxel + capecitabina + gemcitabina). Ogni anno anno il tumore al pancreas uccide quasi 13mila persone in Italia ed è la terza causa di morte oncologica che potrebbe a breve divenire la seconda a causa della mancanza di fondi nella ricerca, e del ritardo nelle diagnosi. Si tratta infatti di una neoplasia, ancora di più al pancreas, che richiede estrema tempestività di conseguenza è determinante intercettare il tumore nella sua fase iniziale per procedere poi ad una diagnosi precoce che può salvare la vita.

Per farlo applichiamo algoritmi di Intelligenza Artificiale ai dati clinici e agli esami di imaging pre-intervento, come la tomografia computerizzata. – spiega il dottor Giovanni Capretti, ricercatore e chirurgo generale specializzato in patologia pancreatico-duodenale presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas –. L’utilizzo dell’AI consentirà in futuro di ottimizzare il percorso di diagnosi e di trattamento del singolo paziente che potrebbe in alcuni casi, ad esempio, non prevedere l’intervento chirurgico ma solo trattamenti radio o chemioterapici”. A detta degli autori dello studio, un’anomala perdita di peso nelle persone affette da diabete è associata a un maggiore rischio di incorrere in una diagnosi di tumore al pancreas rispetto a quando si verifica in chi non ha il diabete. Al contrario, l’aumento di glucosio nel sangue in soggetti che non hanno il diabete è un segnale più preoccupante – rispetto al tumore del pancreas – di quando esso si verifica in persone affette da diabete.

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Un intervento chirurgico di bypass, per creare una “via alternativa” che permetta al sangue di giungere ugualmente al tratto ischemico. Altri studi di imaging e marker sierici possono risultare alterati ma non sono sensibili e specifici nelle fasi iniziali della malattia, quando è più importante fare la diagnosi. I pazienti con chiari segni peritoneali devono essere inviati direttamente in sala operatoria sia per la diagnosi che per la terapia. Successivamente, quando si sviluppa la necrosi e quindi l’infarto intestinale vero e proprio, appaiono i segni della peritonite, con marcata dolorabilità addominale, reazione di difesa, rigidità e assenza di rumori intestinali.

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Questa combinazione può pertanto essere raccomandata per i pazienti con cancro pancreatico metastatico anche se la sua tossicità è superiore a quella della sola gemcitabina. Diagnosticare il tumore in fase precoce significa anche avere maggiori possibilità di sopravvivenza, ma, purtroppo, nella maggior parte dei casi la malattia viene scoperta già in uno stadio avanzato. Per prevenirlo bisogna agire sui fattori di rischio modificabili, quindi evitare il fumo e il consumo eccessivo di alcol, tenere sotto controllo il peso e il diabete, seguire una dieta ricca di frutta e verdura. Se c’è familiarità occorre sottoporsi a controlli periodici sulla funzionalità del pancreas, del fegato e dell’intestino, soprattutto dopo i 50 anni. Negli ultimi 25 anni la ricerca ha fatto passi avanti importanti, in particolare con i farmaci biologici, ma non per tutti. «Diversamente da quanto succede in altre patologie i bersagli dei farmaci innovativi in questa malattia sono estremamente rari e si trovano solo in una o due persone su cento – puntualizzano gli esperti –.

Se è stato eseguito un intervento chirurgico per rimuovere l’ostruzione e ristabilire il drenaggio biliare l’insegnamento è focalizzato sul mantenimento del sistema di drenaggio e sul monitoraggio delle complicanze. I familiari vengono istruiti circa le variazioni dello stato del paziente da riferire al medico. «Si ricerca l’alterazione del genoma del singolo tumore contro cui utilizzare farmaci bersaglio molecolari.

Grazie alla prevenzione e alle diagnosi precoci, il tasso di mortalità per buona parte dei tumori più frequenti è diminuito sensibilmente negli ultimi anni. Il tumore al pancreas è in crescita, probabilmente grazie alla disponibilità di migliori strumenti diagnostici, che consentono di isolarlo come causa, anche se quasi sempre quando è tardi per terapie efficaci. A Steve Jobs fu diagnosticato il tumore neuroendocrino al Pancreas nel 2003 a seguito di una tac di routine ma il manager non si operò subito probabilmente perchè questo tipo di carcinoma è generalmente benigno e scarsamente invasivo. Tuttavia dopo 9 mesi la Tac di controllo mostrò che la massa era cresciuta e il paziente fu dunque sottoposto a un intervento di duodenocefalopancreasectomia. In seguito i medici non diedero alcuna indicazione di chemio o radioterapia, ma nei mesi successivi le cose peggiorarono. Quello di Jobs, tra i tumori neuroendocrini era probabilmente della tipologia più maligna, capace di creare metastasi in altri organi.

«Il quadro è in evoluzione – ammette Falconi – abbiamo imparato a valutare la possibilità di azzerare la malattia attraverso l’intervento chirurgico, in una malattia ancora all’inizio, anatomicamente resecabile, senza segni di marcatore elevato in un paziente in buone condizioni. Nei pazienti con adenocarcinoma, invece, l’approccio preferito è sempre la chemioterapia per prima, seguita dalla chirurgia nelle persone che hanno ottenuto una buona risposta al trattamento con normalizzazione dei marcatori tumorali CA19-9, miglioramento clinico e riduzione della lesione. L’istotripsia è una tecnologia innovativa sviluppata e sperimentata dai ricercatori dell’Università del Michigan, e sembra offrire una nuova speranza ai pazienti con una delle forme di cancro più letali. La tecnica impiega un trasduttore a ultrasuoni (dispositivo che converte una grandezza fisica in un’altra) per distruggere i tumori cancerosi. Gli impulsi a ultrasuoni vengono diretti verso l’area da trattare cosicché le vibrazioni generino minuscole bolle nel tessuto mirato; quando le bolle collassano o scoppiano, viene distrutta quella parte del tumore bersaglio.

Tutto ciò ha portato a un considerevole incremento della percentuale di persone guaribili o curabili a lungo termine. I sintomi sono subdoli e generici, quali dolore alla schiena, addominale, stanchezza, perdita di peso. Sono più frequenti oltre i 60 anni, in fumatori al primo posto, ma anche in pazienti sovrappeso, in situazioni di famigliarità, nei diabetici, in persone che hanno lesioni preneoplastiche del pancreas come le neoplasie cistiche. In questi soggetti a rischio è indicato uno screening con prelievo del sangue per marcatori tumorali specifici».

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In questo caso, quindi non siamo di fronte a un malato, ma a un ‘portatore’ di una lesione che non svilupperà una malattia significativa. Per questo le forme molto piccole, senza segni di aggressività evidenti, vengono tenute monitorate nel tempo. Bisogna imparare ad ascoltare il proprio corpo e cercare di capire quando un mal di schiena o un dolore profondo nella parte superiore dell’addome sono più di un fastidio. Bisogna allarmarsi per una perdita di peso e di appetito improvvisi e per una colorazione gialla della pelle e degli occhi o un prurito insolito.

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Tutta la politica si è stretta intorno a Roberto Giachetti, esponente del mondo politico italiano da oltre vent’anni. «Davanti a queste sfide, le opinioni diverse non contano», ha scritto Matteo Salvini, a cui si è unita la voce di Gorgia Meloni. Messo a punto da ricercatori del San Raffaele Diabetes Research Institute e dai chirurghi sia del Pancreas Center dell’IRCCS Ospedale San Raffaele sia dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas, oggetto di uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica Annals of Surgery. Gli studi condotti dal prof. Alberto Mantovani, Direttore Scientifico dell’Istituto e Presidente di Fondazione Humanitas, e dalla sua équipe hanno infatti dimostrato che queste cellule si comportano da »guardiani corrotti» e, anziché difendere dal tumore, contribuiscono alla sua crescita. Per sconfiggere questo tumore che rimane ancora un big killer, l’arma più importante è quindi la ricerca.

L’obiettivo dei ricercatori era capire se il test rilevasse tumori nelle fasi iniziali, non identificati dai metodi di screening standard. Sintomi spesso vaghi e capacità di creare metastasi quando è ancora molto ridotto in dimensioni sono le principali caratteristiche che rendono questo tumore particolarmente complicato da aggredire con le terapie oggi disponibili. Sono orgoglioso di poter dare il nome di Brescia al risultato di un importante percorso scientifico, che certamente segnerà il futuro della medicina in questo settore”. Si tratta di un importante passo in avanti per rendere sempre più vincente l’approccio chirurgico a un tipo di tumore raro, ma molto aggressivo e difficile da combattere, che non mostra particolari sintomi iniziali e per questo viene scoperto in fase precoce solo nel 7% dei casi. Il gruppo di ricerca dell’Istituto di genetica e biofisica “Adriano Buzzati Traverso” del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igb) di Napoli, coordinato da Enza Lonardo, ha condotto di recente uno studio i cui risultati sono stato pubblicati sul Journal of Experimental & Clinical Cancer Research. I dati ottenuti hanno portato all’identificazione di una sottopopolazione di cellule staminali tumorali altamente metastatica e caratterizzata dall’espressione della proteina LAMC2.

  • Di fatto è un esempio di medicina di precisione con l’utilizzo di una terapia cellulare personalizzata finalizzata a ottenere il risultato migliore per il singolo paziente».
  • La biopsia eseguita per via percutanea permette di diagnosticare il tumore non asportabile chirurgicamente.
  • Una vera speranza per chi è colpito da cancro al pancreas, uno dei tumori più letali e anche tra i più difficili da individuare.
  • L’incidenza di quest’ultimo non è molto alta – circa 6mila casi l’anno in Italia – ma è difficile da diagnosticare precocemente, e per questo è tra le principali cause di morte per tumore.
  • In questo modo possiamo offrire un trattamento di qualità ad un paziente senza necessariamente dover affrontare viaggi della speranza, nell’ottica di preservare e mantenere la migliore qualità di vita possibile».
  • Un recente studio, che aveva come obbiettivo la comparazione di questo regime con la terapia standard, ha prodotto risultati interessanti in termini di prolungamento della sopravvivenza e del tempo al declino della qualità di vita.

Nel caso di esito positivo, i familiari sani con mutazione BRCA saranno avviati a programmi finalizzati a percorsi di prevenzione primaria e secondaria dei tumori associati alle sindromi con trasmissione eredo-familiare da difetti dei geni BRCA ed alla riduzione del rischio. I familiari sani portatori di mutazione germinale BRCA di pazienti con carcinoma pancreatico devono quindi essere avviati a tali programmi. Quando la malattia è in fase avanzata l’uso della chemioterapia può essere d’aiuto per ridurre le dimensioni del tumore, controllare i sintomi, migliorare il benessere e le capacità funzionali del paziente e prolungare la sopravvivenza. Il trattamento con sola gemcitabina rappresenta ancora la chemioterapia standard per i pazienti con cancro pancreatico metastatico non in buone condizioni di salute.

Quando a Jobs vennero diagnosticate le metastasi era già tropo tardi per una rimozione chirurgica. L’ultimo tentativo fu un trapianto di fegato, che solitamente non viene preso in considerazione come opzione perché, data la scarsa quantità di organi disponibili, si dà precedenza a chi abbia maggiori probabilità di sopravvivere. Jobs riuscì comunque a ottenerne uno e farsi operare, ma a pochi mesi dal trapianto la sua situazione peggiorò ulteriormente, fino alla morte nella sua casa in California il 5 ottobre del 2011. Lo stesso male aveva colpito e portato alla morte Steve Jobs, il fondatore di Apple, a soli 56 anni. In quel caso Jobs morì otto anni dopo la prima diagnosi, avvenuta nel 2003, ma il manager non si operò subito.