Ha fatto parte di un programma storico come Sky Calcio Show insieme a Ilaria D’Amico, fin dalla prima puntata. Mario Sconcerti, firma del giornalismo e volto tv, è morto all’improvviso a 74 anni. Si è trasferito poi alla Juventus per 18 miliardi di lire e il prestito di Raffaele Ametrano. Tuttavia, a Torino non gli è riuscito l’exploit cagliaritano, nonostante Zinedine Zidane lo abbia incoronato come il calciatore più forte con cui si sia mai allenato. Non ce l’ha fatta neppure Fabian O’Neill, calciatore uruguayano con un lungo passato in Italia.
Il suo esordio nel campionato italiano risale al 26 novembre 1996 e resta nella squadra sarda fino al 2000. Mario Sconcerti ha iniziato la sua carriera negli anni ‘70 ma la vera svolta avviene nel 1979 quando fonda la redazione sportiva di Repubblica. È stato anche direttore del Secolo XIX e della Fiorentina sotto la gestione Cecchi Gori. “Ciao papà…te ne sei andato con un colpo di scena, proprio come volevi tu – ha scritto Martina poco dopo la scomparsa del padre – E come volevi tu, ne stanno parlando tutti. E io lo so che faccia stai facendo… ovunque sei, sarai sempre con noi. Ci siamo incrociati sotto lo stesso tetto solo per pochi mesi nel 2006 quando ero arrivato in Gazzetta su una sedia da vicedirettore che lui aveva occupato per anni.
Come ospite nelle trasmissioni di approfondimento sulla Serie A, per commentare le partite della Nazionale, ha avuto al suoi fianco diversi giornalisti e ora tra due di loro volpano coltelli. Un lutto dietro l’altro e il calcio italiano scopre di essere più povero. Dopo Sinisa Mihajlovic, che sarà salutato per l’ultima volta lunedì prossimo a Roma, oggi è scomparso improvvisamente anche Mario Sconcerti.
Mario Sconcerti era ricoverato all’ospedale di Tor Vergata, a Roma, per accertamenti. Aveva rassicurato tutti che entro Natale sarebbe tornato a casa, è morto all’età di 74 anni per un malore improvviso. Ad annunciare il suo decesso ci ha pensato la sua adorata figlia Martina, che sui social ha dedicato al papà una commovente lettera di addio. Sono giorni drammatici per il mondo del calcio e dello sport in generale in Italia. Venerdì, come un fulmine a ciel sereno, si era già diffusa la notizia della scomparsa di Sinisa Mihajlovic. Il primo motivo di gratitudine, al di là di tutto quello che ha fatto per la nostra testata, è per quello che ha insegnato a livello personale a tanti giornalisti della nostra azienda.
L’Nba sotto l’albero. Perché si gioca a Natale e quali sono le partite
Ma s’era cimentato anche nei romanzi romanzi Se ha torto Dio e L’alba di Roma da riscrivere . Se ne è andato nel pomeriggio di ieri a Roma, nella clinica di Tor Vergata in cui era ricoverato per delle complicazioni delle sue condizioni di salute. Il calcio e il ciclismo gli sport da lui più seguiti e magistralmente raccontati non solo sulla carta stampata, ma anche nelle maggiori emittenti televisive come Rai, Mediaset e Sky Sport. Nel 2003 è arrivato a Sky Sport rimanendo lì per 13 anni prima di approdare alla Rai.
Poi nel 1979 passò a La Repubblica creando la redazione sportiva dove lavoravano Gianni Brera, Gianni Mura, Mario Fossati, Emanuela Audisio. E a nulla sono serviti i tentativi dei medici per rianimarlo”. Mario Sconcerti è nato a Firenze nel 1948 e cresciuto nel mondo dello sport perché il padre era procuratore di boxe. Inizia la carriera giornalistica al Corriere dello Sport a Firenze, passando poi a Milano e infine a Roma.
Ogni tanto esagerava, certo, ma gli piaceva un sacco stupire. Consigliava di osare, ma di fermasi sempre un attimo prima di doversene vergognare. Ultimamente non rispettava il consiglio che ha dato a tanti ragazzi, ammirati dalle sue parole, bisognosi dei suoi consigli.
Mario Sconcerti è morto a 74 anni: era in ricoverato in ospedale per accertamenti
La sua carriera era iniziata al Corriere dello Sport (di cui sarà successivamente direttore), Repubblica e la direzione de Il Secolo XIX le esperienze professionali che ne hanno contraddistinto il percorso nel mondo dell’informazione. Mario Sconcerti è morto all’età di 74 anni, il giornalismo sportivo italiano piange una delle firme più illustri e importanti. La sua scomparsa ha spiazzato tutti in quanto fino a circa una settimana fa era ancora in piena attività lavorativa. Nei giorni scorsi si è recato al Policlinico di Tor Vergata per dei controlli di routine, ma poi la situazione è peggiorata. Il Corriere della Sera, quotidiano per il quale svolgeva il ruolo di editorialista, ha spiegato le cause della morte dello stimato giornalista. Un lutto gravissimo ha colpito nella giornata di ieri, sabato 17 dicembre, il mondo del giornalismo, in particolare quello sportivo.
Dopo una parentesi alla Gazzetta dello Sport, come vice direttore, tornò a Repubblica fondando le pagine fiorentine nel 1988. Scegli fra le nostre proposte Plus e Full e leggi su tutti i dispositivi con un unico abbonamento. Negli anni 2000 ha iniziato a lavorare in televisione dove ha trascorso 10 anni a Sky sport per poi passare alla Rai nel 2016 e di seguito a Mediaset. Se clicchi su “Rifiuta e Sostienici” sottoscrivi un abbonamento Sostenitore a “ilfattoquotidiano.it”, al costo promozionale di 1€ al mese per 3 mesi. A decorrere dal quarto mese il costo dell’abbonamento diverrà di 5,99€ al mese, il tutto mantenendo le tue attuali impostazioni.
Il ricovero, si apprende, è stato reso necessario per l’aggravarsi di una malattia epatica che da tempo affliggeva O’Neill. Negli ultimi anni, l’ex calciatore aveva avuto molti problemi di alcolismo. Per fortuna ci sono anche quelli che ricordano Mario Sconcerti in modo molto più sereno e dolce. Come la figlia Martina, nata dal secondo matrimonio del giornalista che durava da 43 anni e che sui social gli ha dedicato una serie di pensieri. Il ciclismo, che in Italia conserva un’epica virata seppia, lo accompagna a lungo. Nella lunga carriera Mario Sconcerti ha raccontato il mondo dello sport sui giornali, in tv e nei libri.
Firenze era il suo centro di gravità permanente, la Fiorentina il suo grande amore. Prima di lavorare con Cecchi Gori era stato direttore del Secolo XIX a Genova all’inizio degli anni Novanta, poi del Corriere dello Sport, dal 1995 al 2000. Inviato, direttore, editorialista, scrittore di saggi e romanzi, commentatore in radio e in tv. Anche quando esagerava lo faceva per stimolare una discussione, per continuare a giocare con le parole e i pensieri. Aspettavano il suo commento dopo questa finale del mondiale. Ma forse ne parlerà con Sinisa strada facendo verso l’infinito.
Successivamente ha lavorato anche per La Repubblica, Il Secolo XIX. Fiorentino di nascita, Mario Sconcerti ha respirato sport fin da piccolo perché il padre Adriano è stato un noto procuratore nel mondo del pugilato. Lui invece cominciò la carriera nella redazione fiorentina del Corriere dello Sport. Morto Mario Sconcerti Il giornalista e opininionista che tutti gli appassionati di calcio conoscevano bene era ricoverato in ospedale da alcuni giorni per accertamenti. Ma doveva fare rientro a casa prima di Natale e nulla faceva presagire una tragedia simile.
- Se nè e andato a 74 anni, improvvisamente, alla vigilia della finale di un mondiale invernale che neppure lui avrebbe mai potuto prevedere.
- Per fortuna ci sono anche quelli che ricordano Mario Sconcerti in modo molto più sereno e dolce.
- Come la figlia Martina, nata dal secondo matrimonio del giornalista che durava da 43 anni e che sui social gli ha dedicato una serie di pensieri.
- Ha fatto parte di un programma storico come Sky Calcio Show insieme a Ilaria D’Amico, fin dalla prima puntata.
- Ma forse ne parlerà con Sinisa strada facendo verso l’infinito.
Ma dal 2006 era anche prima firma sportiva del Corriere della Sera. L’ultimo articolo sul Corriere, prima di Francia-Inghilterra, quarti di finale del Mondiale in Qatar. Nel 1972 passò alla redazione di Milano e quindi il trasferimento a Roma alla sede centrale del Corriere dello Sport alla fine del 1974. Per 5 anni seguì da vicino il ciclismo, sempre al Giro d’Italia e per tre volte Tour de France.
#LaDS sconcerti imbarazzante noi abbiamo impoverito il calcio italiano, il calcio italiano è morto nel 2006 quando hanno voluto uccidere la Juve che vinceva il mondiale. Ma come si fa a dire certe cose
— Fabio (@Soloxlamaglia78) May 6, 2018
Toccava a me sentirlo al telefono, decidere su cosa farlo scrivere. Purtroppo quelle telefonate durarono poco perché a iniziò estate Mario divenne la prima firma del Corsera al posto di un altro gigante come Giorgio Tosatti. Il mondiale dell’Italia lo raccontò per il Corsera dove ha continuato a scrivere fino all’altro giorno, prima di un ricovero per degli esami di routine. In via Solferino aspettavano il suo pezzo per la finale del Mondiale. È arrivata una notizia dilaniante, neppure 24 ore dopo quella di Sinisa, uno con cui andava d’accordo perché amavano il calcio tutti e due. Nato a Firenze il 24 ottobre del 1948, Mario Sconcerti ha iniziato a lavorare come giornalista sportivo per il Corriere dello Sport.
Direttore responsabile e co-fondatore di AreaNapoli.it, è giornalista pubblicista dal 2013. Laureato in letteratura e storia italiana, è da sempre appassionato di calcio e di giornalismo sportivo. Gli sportivi italiani e non solo si stringono attorno alla famiglia del noto e stimato giornalista. Dopo aver iniziato la sua carriera professionista nel Nacional di Montevideo, è stato acquistato nel 1995 dal Cagliari di Massimo Cellino.
Così sui social la Lega Serie A “esprime le più sentite condoglianze alla famiglia per la sua scomparsa”, conclude la nota. Il giornalista per 50 anni ha raccontato lo sport ed è stato una delle firme storiche del giornalismo italiano. Era ricoverato da alcuni giorni per accertamenti di routine al policlinico romano di Tor Vergata. Il giornalista sportivo era ricoverato a Roma per dei controlli di routine, poi la situazione è improvvisamente peggiorata. Morte Sconcerti, incredibile scontro tra giornalisti Rai Negli ultimi sei anni il popolare giornalista fiorentino era entrato in Rai da opinionista lavorando con diversi colleghi.
Stando a quanto riportano le fonti del Paese sudamericano, era ricoverato da sabato mattina in un ospedale di Montevideo. Laureato in Scienze e Tecnologie delle Arti e dello Spettacolo, Master in Drammaturgia e Sceneggiatura. Ho lavorato per il cinema e la serialità digitale, ma il primo amore è il giornalismo e non si scorda mai. Si occupa di cronaca, attualità, esteri, politica, con un ampio spazio dedicato agli approfondimenti. Sconcerti era tifosissimo della Fiorentina e lì aveva anche ,lavorato nei primi anni Duemila come direttore generale.