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Saman – come dichiarato dall’avvocato Riziero Angeletti, parte civile Ucoii – avrebbe subito una morte con ‘modalità atroci’. La Commissione Antimafia è guidata da Nicola Morra che nella XVIII legislatura ha approfondito il caso anche attraverso il IV Comitato coordinato dal senatore Giovanni Endrizzi che ha proposto poi la relazione finale. Giovedì il governo iraniano ha annunciato di aver eseguito la prima condanna a morte tra quelle decise nelle scorse settimane, tutte a carico di persone incriminate per il loro coinvolgimento nelle proteste in corso contro il regime. Sono proteste che ormai vanno avanti da quasi tre mesi, iniziate dopo che una donna di 22 anni, Mahsa Amini, era morta mentre era in arresto per via del fatto che non indossava correttamente il velo.
Basta polizia morale in Iran, la Procura generale smantella tutto
Le sentenze inflitte per proteste in Iran, comprese le condanne a morte per impiccagione, saranno presto eseguite. Ad annunciarlo è stato il capo della Giustizia iraniana, Gholam-Hossein Mohseni-Ejèi, secondo quanto riferisce oggi il portale di notizie Etemad, facendo notare che diverse sentenze sono state già confermate dalla Corte Suprema. Tra queste quelle dei dimostranti condannati per avere «condotto guerra contro Dio», reato punibile con la pena di morte. Secondo le organizzazioni per i diritti umani, dall’inizio delle proteste in Iran, a metà di settembre, sono state arrestate almeno 18mila persone. Le accuse sono state in maggioranza per partecipazione a manifestazioni illegali, incitamento alla rivolta e messa in pericolo della sicurezza nazionale.
Finora sono almeno 12 le persone condannate a morte per il loro coinvolgimento nelle proteste, nel corso delle quali sono state arrestate migliaia di persone e ne sono state uccise diverse centinaia, tra cui alcuni minorenni. Lo scorso novembre, dopo le ennesime minacce, la senatrice aveva precisato che “per tanto tempo sono stata in silenzio su queste persone che mi insultano, ma adesso lo denuncio. Poi è anche cattivo gusto augurarmi la morte a 92 anni”. Nel dettaglio aveva precisato che martedì 8 novembre “mi è arrivata una maledizione così forte firmata, per cui una volta tanto farò causa a questa persona”. Nelle scorse settimane, lo zio Danish Hasnain – sospettato di essere l’autore materiale del delitto – ha chiesto di parlare con gli inquirenti e ha indicato dov’era stato seppellito il corpo di Saman Abbas. Dopo le verifiche del caso, sono iniziate le operazioni di recupero della giovane, terminate nella serata di domenica 27 novembre.
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Il medico legale ha rilevato un taglio all’altezza della gola di Saman Abbas, la 18enne scomparsa da Novellara nel maggio 2021
Il laboratorio, coordinato dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo, entro la fine del mese di gennaio 2023 sarà chiamato a depositare i risultati dell’autopsia. Pochi giorni dopo, il 10 febbraio, invece, avrà inizio a Reggio Emilia il processo a carico di alcuni familiari di Saman. Lo zio Danish e i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq sono detenuti nel nostro Paese. Il papà della 18enne è stato arrestato a metà novembre in Pakistan e non è ancora stato estradato.
Sulla morte di Pantani si è detto e scritto tanto in questi anni ma non si è ancora arrivati ad una certezza sulle cause che hanno portato alla scomparsa del fuoriclasse di Cesenatico. “Sono possibili altre ipotesi sul decesso dell’ex campione di ciclismo anche considerando un eventuale ruolo della criminalità organizzata e di quegli ambienti ai quali purtroppo egli si rivolgeva a causa della dipendenza di cui era vittima”, la relazione della Commissione Antimafia che indaga sulla morte del Pirata. Viene inoltre sottolineato come siano diverse le scelte e i comportamenti posti in essere dagli inquirenti che appaiono discutibili. Inoltre il regime iraniano avrebbe giustiziato più di 500 persone dall’inizio del 2022 a oggi, molte più che nell’intero 2021. A snocciolare i dati è l’ong Iran Human Rights, con sede in Norvegia, stimando in 504 il numero delle persone giustiziate per impiccagione. Nel conteggio dell’Ihr sono incluse le quattro persone che sono state messe a morte domenica scorsa con l’accusa di lavorare per lo spionaggio israeliano, e che sarebbero state giustiziate nella prigione di Karaj, il famigerato carcere di Gohardasht nei pressi di Teheran, sette mesi dopo l’arresto.
Per questo motivo, sarà necessaria un’appendice di indagini che, ovviamente, sarà svolta alla presenza dei periti e dei legali delle parti in causa. Sono passati quasi 19 anni dalla morte di Marco Pantani, ma ci sono ancora molte ombre sulle cause che hanno portato al decesso del “Pirata” a soli 34 anni. La Commissione Antimafia, infatti, ha riaperto il caso e si stanno vagliando altre possibili cause sulla sua morte. Secondo quanto riportato da Sportmediaset, è stata resa pubblica la relazione della Commissione in merito a quell’increscioso fatto di cronaca avvenuto il 14 febbraio del 2004.
I resti della 18enne sono stati poi inviati al Labanof (laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università degli Studi di Milano) per i necessari accertamenti medico legali. Nonostante il responso del Dna non sia ancora arrivato non ci sarebbero dubbi in merito all’identità del cadavere. “Saman aveva addosso i jeans sfilacciati da lei sul ginocchio per essere alla moda e la felpa. I vestiti sembrano essere proprio quelli riconducibili al video che la riprendevano davanti a casa nelle sue ultime ore prima della scomparsa”. Lo dice all’Ansa, l’avvocato Barbara Iannuccelli che rappresenta l’associazione Penelope come parte civile al processo per l’omicidio della 18enne pachistana.”Aveva ancora addosso una cavigliera e un braccialetto di quelli portafortuna colorati, ma anche un paio di orecchini. E una folta chioma di capelli”, ha descritto l’avvocato. Una prima analisi esterna ha evidenziato abrasioni e scollamenti provocati dall’essere rimasto a lungo sotto terra. Come riportato da Fanpage.it il segno di violenza più evidente sarebbe un taglio all’altezza della gola.
L’autopsia, che si è conclusa nella serata di ieri, si è svolta nell’ambito dell’incidente probatorio recentemente disposto dalla corte di assise di Reggio Emilia e ha rivelato che il corpo di Saman Abbas era integro, ma saponificato. A questo punto ci si potrebbe chiedere per quale motivo la royal family abbia tenuto segreta la presunta vera causa del decesso della sovrana. Forse i Windsor avrebbero voluto custodire, nella più totale riservatezza, i momenti più difficili della vita di Elisabetta II per una forma di pudore, in modo che tutti potessero ricordarla come la donna forte che è sempre stata. L’esame è stato svolto dal laboratorio di anatomatopologia forense dell’Università di Milano, da Cristina Cattaneo e Dominic Salsarola, periti incaricati dalla Corte d’Assise di Reggio Emilia. All’incidente probatorio hanno assistito gli avvocati delle difese e di parte civile coi consulenti da essi nominati. La Corte ha fissato, il 23 novembre scorso durante l’udienza di conferimento, in 60 giorni il termine ultimo per i risultati.
Ma davanti a un nemico invisibile come questo, il cui unico obiettivo è la propria sopravvivenza e dunque la conquista totale degli individui e in definitiva la loro distruzione e quella dell’Umanità, allora non ci sono alternative, bisogna combatterlo”. Ora Beppe Castro inizierà a girare le aule scolastiche della Valsugana per portare tale messaggio positivo, ovvero le emozioni, le passioni possono aiutare a superare gli ostacoli duri della vita. In base agli ultimi aggiornamenti Istat, nel nostro Paese, le persone disabili sono più di tre milioni, pari al 5,2% della popolazione e quelle che convivono con gravi limitazioni sono circa 1,5 milioni. Ben 6 disabili su 10 sono donne e questa differenza di genere appare ancora più marcata dai 65 anni in su; in particolare, per quanto riguarda l’ictus cerebrale, sono circa 1 milione in particolare le persone che sono sopravvissute con esiti più o meno invalidanti.
- Sulla morte di Pantani si è detto e scritto tanto in questi anni ma non si è ancora arrivati ad una certezza sulle cause che hanno portato alla scomparsa del fuoriclasse di Cesenatico.
- La regina Elisabetta non sarebbe deceduta a causa dell’età avanzata.
- I resti della 18enne sono stati poi inviati al Labanof (laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università degli Studi di Milano) per i necessari accertamenti medico legali.
- “Sono possibili altre ipotesi sul decesso dell’ex campione di ciclismo anche considerando un eventuale ruolo della criminalità organizzata e di quegli ambienti ai quali purtroppo egli si rivolgeva a causa della dipendenza di cui era vittima”, la relazione della Commissione Antimafia che indaga sulla morte del Pirata.
- La senatrice Liliana Segre ieri lunedì 6 dicembre si è presentata in caserma dai carabinieri a Milano e ha presentato 24 denunce per le minacce ricevute online.
- Lo dice all’Ansa, l’avvocato Barbara Iannuccelli che rappresenta l’associazione Penelope come parte civile al processo per l’omicidio della 18enne pachistana.”Aveva ancora addosso una cavigliera e un braccialetto di quelli portafortuna colorati, ma anche un paio di orecchini. E una folta chioma di capelli”, ha descritto l’avvocato.
Sono cinque di 16 imputati per l’uccisione di un poliziotto il 3 novembre, sulla strada tra Karaj e Qazvin, a nordovest della capitale; manifestavano a un corteo per l’uccisione di un concittadino, Hadis Najafi, quando le forze di sicurezza li hanno attaccati. Le condanne a morte sarebbero state firmate — così le due maggiori ong che monitorano la situazione dei diritti umani nel Paese, Hrana e Iran Rights Watch — in due diversi processi, il 30 novembre e il 5 dicembre. Lo aveva detto lo scorso novembre che questa volta non sarebbe stata più in silenzio e avrebbe agito. La senatrice Liliana Segre ieri lunedì 6 dicembre si è presentata in caserma dai carabinieri a Milano e ha presentato 24 denunce per le minacce ricevute online.
La regina Elisabetta non sarebbe deceduta a causa dell’età avanzata. Il peso dei suoi 96 anni non sarebbe stato l’origine della sua fine, per certi versi inaspettata. Stando a nuove ricostruzioni, seppur da verificare, Sua Maestà avrebbe combattuto fino all’ultimo contro un cancro al midollo osseo, una malattia “dolorosa”, come riportato dal Mirror, che non le avrebbe lasciato scampo. Almeno 2.500 foche del Caspio, una specie in via di estinzione, sono state trovate morte sulle spiagge russe lungo il Mar Caspio. Il ministero dell’Ambiente non ha ancora determinato la causa della tragedia.
L’Anas, la società dello stato che gestisce buona parte delle strade e autostrade italiane, ha fatto sapere che lo svincolo di collegamento tra il casello di Ancona Nord e la SS76 è stato chiuso al traffico per chi viaggia in direzione Roma, per consentire i rilievi e gli accertamenti necessari. Questa sezione offre informazioni trasparenti su Blasting News, sui nostri processi editoriali e su come ci impegniamo a creare news di qualità. Inoltre, afferma la nostra aderenza a ‘Trust Project – News with Integrity’ Blasting News non è ancora membro del programma, ma ha richiesto di farne parte; Trust Project non ha ancora effettuato una verifica di conformità agli standard. Trovi tutti gli articoli salvati nella tua area personale nella sezione preferiti e sull’app Corriere News. Con il tuo abbonamento puoi accedere soltanto su un dispositivo/browser per volta.
I corpi dei mammiferi sono stati trovati lungo decine di chilometri di costa in Daghestan, e adesso sono in corso esami di laboratorio per determinare le cause della strage. Il ministro degli esteri bielorusso Vladimir Makei è morto improvvisamente il 26 novembre all’età di 64 anni. Nei giorni successivi Makei, a lungo sostenitore di un riavvicinamento tra il regime di Minsk e l’occidente, avrebbe dovuto incontrare il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov e partecipare al vertice dell’Osce in Polonia.
Nel corso delle settimane, tuttavia, i manifestanti avevano molto ampliato le loro richieste, iniziando a chiedere la fine del regime e l’instaurazione di un sistema democratico. Smentita invece, dopo giorni di mobilitazione anche internazionale, la condanna a morte dell’allenatrice di pallavolo e madre di tre figli Fahimeh Karimi. Nel carcere di Evin, nella capitale, era stata la compagna di cella dell’italiana Alessia Piperno, la travel blogger arrestata a settembre e liberata il 10 novembre. Il 5 dicembre poi il tribunale rivoluzionario della provincia di Alborz ha condannato a morte cinque persone.
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