Le novità presentano invece alcune criticità che dovranno essere rapidamente affrontate. Impone comunque la definizione di nuovi criteri per valutare la coerenza delle offerte con i profili delle persone. La possibilità di integrare i sussidi con le prestazioni temporanee non dovrebbe essere limitata ai lavori stagionali ma ampliata a tutte le prestazioni di durata inferiore ai tre mesi. Più in generale, l’attuazione concreta delle novità e la loro efficacia rispetto allo scopo di attivare le persone richiede una capacità di offerta di servizi di formazione e di orientamento che non risultano attualmente disponibili nei territori che registrano un’elevata incidenza di percettori dei Rdc. Successivamente il Governo Draghi ha ridotto la possibilità di rifiutare le offerte congrue a una sola volta.
- Di fatto, se l’intento del governo Meloni era quello di punire i furbetti, la legge di Bilancio doveva essere scritta diversamente.
- Allo stesso tempo, eventuali redditi percepiti dalla persona aggiunta si sommano nel reddito familiare.
- In un’altra occasione, sempre Calderone ha detto che “il governo non ha intenzione di dimenticare chi ha necessità di un sostegno economico” e che per chi ha in famiglia disabili o minori “si troveranno strumenti idonei dal 2024”.
- La manovra prevede infatti che i lavoratori pubblici e privati fragili possano usufruire dello smart working fino al 31 marzo 2023, dando loro tre mesi in più rispetto all’attuale scadenza fissata per il 31 dicembre.
- Invece, i percettori “occupabil” e che non corrispondono a questi requisiti ne beneficeranno solo per i primo otto mesi dell’anno, fino ad agosto.
- Non è certo la migliore giornata per la maggioranza, alle prese con le critiche aspre sullo smantellamento del Rdc e coni rilievi dei tecnici che portano le opposizioni a parlare di «governo impreparato e approssimativo».
Gli emendamenti presentati dal Governo sulla Legge di bilancio 2023 contengono due importanti novità per la parte della riforma del Reddito di cittadinanza che tendono a radicalizzare la separazione degli interventi destinati ai beneficiari dei sussidi pubblici in età di lavoro e le persone a carico che non sono in grado di lavorare. Queste novità prevedono la riduzione temporale da 8 a 7 mesi del sostegno al reddito per le persone occupabili e l’obbligo da parte dei beneficiari di accettare tutte le offerte di lavoro possibili, anche quelle non ritenute congrue sulla base dei criteri contenuti nel decreto ministeriale n. Il Reddito il prossimo anno sarà erogato al massimo per 7 mesi a tutte le persone considerate “occupabili”.
Pagamento Reddito di Cittadinanza a dicembre 2022, date in calendario
Attraverso il via libera alla bozza preliminare della Legge di Bilancio 2023 inConsiglio dei Ministri, il governo ha introdotto una serie di novità a proposito delReddito di Cittadinanza per il 2023, preparando il terreno per l’abolizione definitiva del sussidio, preannunciata fin da ora, a partire dal 2024. Indubbiamente, il RdC risulta essere una delle misure che sono state oggetto di uno degliinterventi più importanti nella Legge di Bilancio 2023. Prima fra tutte, i percettori che hanno tra i 18 e i 59 anni e sono abili al lavoro e senza disabili in famiglia, minori o persone a carico con almeno sessanta anni di età, potranno ricevere il beneficio nel limite massimo di otto mensilità, invece delle attuali diciotto rinnovabili.
Con la modifica, invece, la prima proposta potrà essere localizzata in qualsiasi località sul territorio nazionale o potrà non essere compatibile con le proprie capacità, ma se non accettata porterà al termine della percezione del reddito di cittadinanza. Un ulteriore emendamento presentato dalla maggioranza e approvato in commissione Bilancio prevede inoltre che la quota del Reddito di cittadinanza prevista per l’alloggio, in caso di abitazione in affitto, sarà erogata direttamente al locatore dell’immobile. Secondo la proposta, il beneficiario del sussidio deve comunicare all’ente erogatore del Reddito di cittadinanza, ossia l’Inps, i dati del locatore, secondo le modalità che verranno definite con un decreto del ministro del Lavoro, sentito il garante per la Privacy. Il Reddito di Cittadinanza sarà erogato per un numero massimo di 8 mensilità invece delle originali 12. Le mensilità continueranno ad essere dodici invece per gli inoccupabili, gli over 60, e le persone con figli e disabili a carico.
GIORGIA MELONI
Non si parla di occupabili, e non viene fatta alcuna distinzione rispetto a chi non lo è, nella prima parte del suddetto articolo, dove per intenderci la durata del Reddito di cittadinanza percepibile nel 2023 viene ridotta da 12 a 7 mensilità. In nessun caso, quindi, sua madre avrebbe potuto richiedere l’assegno al nucleo familiare per lei (che presumo abbia più di 21 anni) e per sua moglie. Per quanto riguarda, invece, gli altri familiari, tra cui rientrano anche i nipoti e i generi e le nuore, per essere fiscalmente a carico oltre al requisito reddituale è necessario anche che convivano con il dichiarante. Nel vostro caso, quindi, lei, figlio, poteva essere fiscalmente a carico di sua madre anche avendo residenza diversa, ma sua moglie e i suoi figli no.
In particolare, si legge nella nota inviata dal ministero dell’Economia alla Camera, è stato evidenziato che la norma non può essere finanziata per il prossimo anno con le risorse già impegnate nel 2022 e che per coprirla è necessario che il Mef adotti dei decreti per «apportare le occorrenti variazioni di bilancio». Per i beneficiari dei sostegni al reddito l’importo del salario deve essere superiore di almeno il 20% rispetto alla indennità percepita nell’ultimo mese. Il rifiuto dell’offerta di lavoro, anche della prima, in assenza di gravi e comprovati motivi (malattia, infortuni, gravidanze, condizioni familiari, ecc.) comporta la perdita dei sussidi. «L’emendamento Lupi ha cancellato la parola congrua in un posto dove era superfluo, ossia nel testo base della manovra», spiega. Ma senza modificare «il resto della norma, che si rifà al decreto sul Reddito, in cui si definisce la congruità dell’offerta, con un rimando anche al Jobs Act». Con la legge di Bilancio varata dal governo Meloni sono stati inseriti importanti cambiamenti sul Reddito di cittadinanza , entrato per la prima volta in vigore con il primo governo Conte nel 2019.
Facebook mi ha rimosso un post per incitazione a odio.
Riflettevo sul fatto che i Rom pur non essendo il massimo dell’onestà,
ricevono il reddito di cittadinanza e sono a nostro carico per tutti i servizi
La verità non deve essere censurata!
Vediamo che succede qui#stopcensura— anna paci (@an_paci) February 16, 2021
La proposta rivendicata dal leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, prevede infatti che sia rimosso l’aggettivo “congrua” riferito all’offerta di lavoro destinata ad un beneficiario del Reddito di Cittadinanza. In altre parole è sufficiente rifiutare una qualsiasi offerta di lavoro, anche se è a mille chilometri da casa, se lo stipendio offerto è notevolmente più basso dell’ultimo stipendio percepito, e qualsiasi sia la mansione da svolgere. Allo stesso tempo, eventuali redditi percepiti dalla persona aggiunta si sommano nel reddito familiare. Senza dimenticare poi che l’articolo 7, comma 1, del decreto 4 del 2019 (convertito in legge n. 26 del 2019) stabilisce che “chiunque, al fine di ottenere indebitamente il beneficio rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omette informazioni dovute, è punito con la reclusione da 2 a 6 anni”. Oggi, nei primi 18 mesi di percezione, la prima offerta può essere rifiutata, ma in questo modo si faceva scattare un meccanismo di decàlage che riduce l’importo del Reddito di cittadinanza di 5 euro ogni mese.
Potrebbe essere il caso di un disoccupato residente al Sud di 50 anni che potrebbe dover percorrere centinaia di chilometri per lavorare. Con un patrimonio finanziario che non superi i 6 mila euro, incrementato a seconda del numero totale dei componenti del nucleo familiare. Il Reddito di Cittadinanza è destinato a sparire nel corso del 2023, per essere poi rimpiazzato da un’altra misura di sostegno economico alle famiglie dal carattere prettamente assistenzialista, cioè destinata solo a coloro che non sono in grado di lavorare per una serie di ragioni non meglio specificate. “Viene considerata la coerenza tra l’offerta di lavoro e le esperienze e competenze maturate; la distanza del luogo di lavoro dal domicilio e tempi di trasferimento mediante mezzi di trasporto pubblico; la durata della fruizione del beneficio. Rispetto alla distanza del luogo di lavoro, è congrua un’offerta entro 80 chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario o comunque raggiungibile in cento minuti con i mezzi di trasporto pubblici”. La rimozione dell’aggettivo “congrua” determina quindi un radicale cambiamento nell’impostazione del Reddito di Cittadinanza.
Solo se i figli sono a carico e studenti facenti parte di un nucleo familiare numeroso (con almeno 4 figli di età inferiore ai 26 anni) l’ANF spettava fino al compimento dei 21 anni. Intanto, come detto, la Ragioneria generale dello Stato ha chiesto di stralciare l’emendamento che stanzia 450 milioni di euro per i Comuni e ha indicato 44 correzioni di altrettanti emendamenti, in gran parte sempre per problemi di coperture. Tra le riformulazioni chieste dalla Rgs alla manovra, una riguarda anche le Carte Cultura che andranno a sostituire 18App.
Le scelte di ridurre il beneficio temporale del Rdc e di consentire integrare il sussidio con prestazioni lavorative temporanee nella proposta della Legge di bilancio vanno in questa direzione e rappresentano una salutare scossa per contenere la deriva esclusivamente assistenzialista del Rdc. Secondo le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio la stretta decisa dal governo Meloni potrebbe far perdere il beneficio al 38.5% dei nuclei familiari (e al 23% delle persone) che oggi lo ricevono. Si tratta di percentuali che corrispondono a circa 400mila famiglie e oltre mezzo milione di individui. Il presidente Istat, Gian Carlo Blangiardo, ha spiegato che una grossa riduzione delle erogazioni, un terzo del totale, toccherà la fascia di età tra i 18 e i 59 anni.
Lavorare sull’occupabilità, favorendo la formazione e migliorando l’incrocio tra domanda e offerta. Parte da qui la fase due della riforma del reddito di cittadinanza, dopo la stretta al sussidio impressa dalla legge di bilancio. Un percorso che il governo metterà a punto in un decreto più complessivo sui temi del lavoro, atteso a gennaio. Che dovrebbe mettere anche ordine ai criteri per proporre il lavoro ai percettori del reddito dopo il pasticcio – secondo le accuse dell’opposizione – fatto in manovra sull’offerta congrua, per la quale è stato tolto l’aggettivo, ma non il riferimento normativo. Sulle modifiche che cambieranno faccia al reddito di cittadinanza abbiamo detto e scritto molto.
Tanto casino per chi, superato reddito massimo, deve restituire gli 80 euro, ora i pensionati dovranno restituire quanto "indebitamente" percepito nel primo trimestre e che non riavranno più.
Perché misure assistenziali devono essere a carico pensioni e non di fiscalità generale?— Gi Marra (@MarraGia) May 21, 2019
La manovra prevede infatti che i lavoratori pubblici e privati fragili possano usufruire dello smart working fino al 31 marzo 2023, dando loro tre mesi in più rispetto all’attuale scadenza fissata per il 31 dicembre. Un’altra novità introdotta dalla legge di bilancio è che per i giovani tra i 18 e i 29 anni l’erogazione del sussidio sarà condizionata all’iscrizione “e alla frequenza di percorsi di istruzione o comunque funzionali all’adempimento del predetto obbligo di istruzione”. Un altro emendamento presentato dalla maggioranza prevede infine che la quota del reddito di cittadinanza prevista per l’alloggio, in caso di abitazione in affitto, sarà erogata direttamente al locatore dell’immobile. Nel 2023 i percettori del reddito certificati inabili al lavoro o facenti parte di un nucleo con a carico disabili, over 60 o minori continueranno a riceverlo nelle modalità valide fino ad ora. Invece, i percettori “occupabil” e che non corrispondono a questi requisiti ne beneficeranno solo per i primo otto mesi dell’anno, fino ad agosto. Dovranno infatti frequentare per sei mesi un un corso di formazione e/o di riqualificazione professionale – le modalità precise devono ancora essere stabilite – e dovranno svolgere “progetti utili alla comunità”.
Insomma, qualsiasi offerta arrivata da qualsiasi parte d’Italia dovrà essere accettata per non perdere l’assegno. Quella che ci viene proposta è una questione un pò intricata sull’eventuale diritto all’ANF di una nonna per i nipoti non conviventi. Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
Oltre questo termine potranno continuare a percepirlo le famiglie con figli, con disabili a carico e gli ultra sessantenni. Un’altra novità introdotta con gli emendamenti, riguarda il contributo di 280 euro per l’affitto. Non sarà più pagato ai percettori di reddito, ma direttamente ai proprietari di casa. Infine, i percettori del sussidio che hanno tra 18 e 29 anni e non hanno completato il ciclo scolastico obbligatorio, per poter continuare a percepire l’assegno dovranno frequentare necessariamente dei corsi di formazione.Tra gli emendamenti approvati, poi, c’è anche un aumento del bonus mobili per il 2023.
Nel mese di gennaio 2023 i percettori riceveranno il reddito senza dover adempiere a nessuna particolare procedura burocatica. Ma, per l’erogazione di febbraio, sarà necessario presentare entro il 31 gennaio il nuovo modello Isee aggiornato. Se il documento verrà presentato in ritardo il sussidio continuerà a essere accreditato ma in ritardo rispetto alle date mensili abituali.
Per il 2023 era previsto che l’incentivo per l’acquisto di arredamento e di elettrodomestici ad alta efficienza energetica in caso di ristrutturazione di un immobile, si riducesse dai 10 mila euro del 2022 a 5 mila euro. Con il passaggio in Parlamento si è deciso di portare la spesa detraibile a 8 mila euro per il prossimo anno. Come spiega il sito Finanza.com, i percettori del Reddito di Cittadinanza tenuti a sottoscrivere il Patto per il Lavoro ed il Patto per l’inclusione Sociale, dal 1° gennaiodovranno seguire obbligatoriamente un corso di formazione o riqualificazione professionale. IlPatto per l’inclusione Sociale è il percorso personalizzato che serve al reinserimento nel mondo del lavoro. Le persone che decidessero di non frequentare il programma di formazione assegnato, perderannoil diritto a continuare a ricevere il RdC. Spetterà direttamente alle Regioni trasmettere all’Anpal, l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, tutti gli elenchi dei soggetti che non hanno rispettato questo obbligo.
Per questi viene prevista una soglia di 3.000 euro entro cui il reddito da lavoro non comporta alcun taglio al Reddito di cittadinanza. Per lo stesso motivo, quando il guadagno percepito dalle suddette attività risulta inferiore alla soglia indicata, viene meno anche l’obbligo di comunicazione all’Inps per l’avvio dell’attività lavorativa. Tra gli emendamenti alla legge di Bilancio 2023 che hanno ottenuto il via libera dalla commissione Bilancio c’è anche quello che toglie il Reddito di cittadinanza laddove nel nucleo familiare ci siano componenti di età compresa tra i 18 e i 29 anni che non hanno adempiuto all’obbligo formativo. Nel 2023 il Reddito di cittadinanza potrà essere percepito per un massimo di 7 mensilità . Quindi, da gennaio a luglio per chi lo percepisce in maniera continuativa; dopodiché il diritto alla misura decade e non se ne potrà più fare domanda.