Vinceva chi riusciva a collezionare il maggior numero di balzi. Nata a Bijakovici il 21 giugno 1966 da Ivan e Jakoda. Abitava a Mostar fino ad aprile 1981 ma è arrivata a Medjugorie con il fratello Mario più grande e sorella più piccola dalla nonna nel 1981 durante le vacanze estive.È sposata dal 18 dicembre 1986 con Raiko Elez, ha tre figli e vive con la famiglia a Medjugorje.
I primi perderanno qualche giorno di scuola ma i nonni finiranno in ospedale? Gli anziani – suggerisce in conclusione Bassetti – in queste due settimane che ci separano dal Natale invece di correre a fare i regali correte a fare il vaccino antinfluenzale». “Arrivederci Sinisa! Nel nostro cuore di Bolognesi rimarrà sempre il tuo ricordo di cittadino speciale! I nostri colori rossoblù durante la loro storia gloriosa hanno vinto e perso, ma tu li hai onorati con una testimonianza di vita che non ha eguali !! Riposa in pace, Condottiero!!”.
Ma sempre un uomo, con tutte le sue fragilità», confessò raccogliendo il pensiero traversale di tanti nelle sue stesse condizioni, alle prese con una malattia che spesso non dà scampo e a chi riesce a farcela lascia comunque minato il corpo e lo spirito. Con queste parole, e una foto su Instagram in bianco e nero che li ritrae assieme, Francesco Totti esprime il cordoglio per la morte di Sinisa Mihajlovic. Fu proprio il campione serbo che suggerì all’allora tecnico della Roma, Vujadin Boskov, di far entrare in campo il «ragazzino» che stava in panchina, durante la partita della Roma a Brescia il 28 marzo 1993. Totti entrò al posto di Rizzitelli e fece il suo esordio in serie A. Sinisa Mihajlovic si è spento oggi a Roma dopo una battaglia di due anni e mezzo con la leucemia. Il 53enne serbo, ex allenatore del Bologna, ha lottato come un leone fino all’ultimo contro la malattia come è sempre stato solito fare sia nella vita di tutti i giorni, sia nel calcio, in campo prima e in panchina poi.
la partita perfetta
L’ex direttore generale del Torino Antonio Comi è stato uno dei grandi amici di Sinisa Mihajlovic fin dai primi passi mossi in Italia dal guerriero serbo, spentosi ieri a 53 anni per la leucemia mieloide acuta. Lo ritrovò poi alcuni anni più tardi, come allenatore granata. Il tumore al cervello si era presentato per la prima volta sette anni fa. Quando Matteo Pedrali, chiamato da tutti “Il Pedra”, era solo alle medie nel fiore della sua adolescenza, a 13 anni. Un andirivieni dagli ospedali della zona e poi fino a Treviso dov’è stato operato e dove ha seguito la terapia. Poi l’esito finalmente negativo e quel grido di gioia incontenibile.
Detto ciò possono arrivare in fondo anche le meno attrezzate sulla carta. Quando noi abbiamo vinto nel 2006 non eravamo la Nazionale più forte, forse la Francia in finale aveva il favore del pronostico, ma il calcio è bello perché sa essere imprevedibile. Vedremo se il Brasile riuscirà a imporre la sua forza. Nessuno si aspettava che perdesse la prima con il Giappone, ma se in un girone a 4 squadre perdi una partita poi diventa dura”. “Grossomodo sì, nei limiti dei miei impegni e degli orari mattutini delle partite.
Influenza, i medici lanciano l’allarme. Quanti sono gli italiani a letto
Il 28 giugno 1981 già in mattinata iniziò a raccogliersi un grande numero di persone proveniente da diversi villaggi circostanti. Quello stesso giorno il parroco fra Jozo Zovko interrogò i ragazzi su quello che avevano visto i giorni precedenti. Nel corso di una carriera di 12 anni con la nazionale, il difensore è apparso in 63 partite e ha segnato 10 gol per Jugoslavia/Serbia e Montenegro. A Francia 1998, ha segnato il gol con cui la Jugoslavia ha battuto l’Iran nel primo torneo. A livello di club, ha rappresentato la Vojvodina e la Stella Rossa Belgrado, prima di trasferirsi in Italia dove ha giocato per Roma, Sampdoria, Lazio e Inter in Serie A tra il 1992 e il 2006. «Ci ha lasciato un guerriero, non una persona comune.
Qualcuno dice rimettiamo le mascherine, io dico assolutamente no. Questi microorganismi devono circolare e hanno sempre circolato, ci dobbiamo proteggere ma come? Ad esempio, abbiamo perso molto la copertura per lo pneumococco, la vaccinazione da polmonite ma anche quelle per l’influenza». Così all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova. La curva influenzale «continuerà a crescere perché questo è solo l’inizio», avverte l’infettivologo. «Oggi l’incidenza è altissima tra i bambini piccoli, ma dove arriveranno gli adulti e poi i nonni.
Dopo una parentesi allo Sporting Lisbona durata lo spazio di appena nove giorni (sollevato dall’incarico dal nuovo presidente), si era accasato nel 2019 nuovamente sulla panchina del Bologna in sostituzione dell’esonerato Filippo Inzaghi. Come faceva in campo, Mihajlovic ha giocato fino all’ultimo, senza mai darsi per sconfitto, fedele al suo temperamento da combattente cresciuto nella Vukovar di Tito. Ora mi godo ogni momento», dichiarò nel novembre del 2019, dopo aver annunciato quattro mesi prima di essere affetto da leucemia mieloide acuta, strappò sorrisi pieni di commozione ringraziando per l’affetto e la vicinanza dei tifosi del Bologna e dei suoi fan, impazienti di ritrovarlo sulla panchina dei rossoblù. Iniziò la sua avventura da tecnico facendo il vice allenatore all’Inter guidata da Roberto Mancini, per poi approdare a Bologna, Catania, Fiorentina, diventare ct della Serbia per poi tornare in Italia, alla guida di Milan e Torino. Dati alla mano, quello del Qatar non sarà ricordato solo come il Mondiale più discusso e contestato della storia, ma anche come il più ricco. La Fifa ha messo a disposizione infatti un tesoretto da 440 milioni di dollari, ovvero il 20% in più rispetto a Russia 2018.
Spero dopo questa esperienza di uscire come uomo migliore. Nella vita precedente, la pazienza non era il mio forte ma la pazienza in questi casi la devi avere per forza», ammise senza pietismi. Iniziò la sua avventura da tecnico facendo il vice allenatore all’Inter guidata da Roberto Mancini, per poi approdare a Bologna, Catania, Fiorentina, diventare ct della Serbia per poi tornare in Italia, alla guida di Sampdoria, Milan e Torino.
la ripartenza a bologna
Se l’Argentina dovesse uscire, il gol di Messi con il Messico verrà dimenticato. I Consigli.it sceglie e raccomanda in maniera indipendente prodotti e servizi che si possono acquistare online o tramite la consulenza di esperti. Ogni volta che viene fatto un acquisto attraverso uno dei link presenti nel testo, Consigli.it riceve una commissione senza alcuna variazione del prezzo finale. Genova – L’uomo nato due volte ha vissuto mille vite senza mai girare le spalle al destino ma guardandolo sempre negli occhi, senza paura. Come faceva in campo, ha giocato fino all’ultimo, senza mai darsi per sconfitto, fedele al suo temperamento da combattente cresciuto nella Vukovar di Tito. La malattia lo aveva logorato, eppure non ha mollato un istante.
- Questi microorganismi devono circolare e hanno sempre circolato, ci dobbiamo proteggere ma come?
- A livello di club, ha rappresentato la Vojvodina e la Stella Rossa Belgrado, prima di trasferirsi in Italia dove ha giocato per Roma, Sampdoria, Lazio e Inter in Serie A tra il 1992 e il 2006.
- Lui era un giocatore generoso e molto intelligente.
- Lo scrive Pier Ferdinando Casini su Instagram, pubblicando una foto che lo ritrae con Mihajlovic.
- Politici, artisti, attori… E ho avuto come presidenti figure che hanno segnato la storia politica ed economica italiana.
- L’intenzione di preghiera affidata a lei dalla Vergine è per le anime del purgatorio.
Io ero rimasto alla Samp e a Torino è andato Allegri… L’Inter negli anni l’ho sfiorata così tante volte che ho perso il conto”. — “Sarò presuntuoso, ma nessuno le calciava come me. Chiedetelo ai portieri, decidevo all’ultimo passo della rincorsa dove tirare. Ancora oggi a 50 anni tolgo la ragnatela dall’incrocio. Io e Pirlo abbiamo il record di gol in A, ma lui ha giocato più di me.
Ecco, quella è la prima cosa che mi viene in mente. Oltre all’adrenalina provata a Berlino del 2006 non dimenticherà mai, invece, la nostra entrata da vincitori al Circo Massimo”. Non riesco a guardarle tutte, ma quelle della sera raramente le perdo. Manca quella convivialità che si vive quando scende in campo la tua Nazionale.
A lui è stato assegnato l’incarico di pregare per i giovani e per i sacerdoti. », così il Bologna calcio nel dare il proprio saluto all’allenatore serbo che nelle ultime stagioni aveva fatto le fortune del club emiliano. Lui era un giocatore generoso e molto intelligente.
Sapevo che le sue condizioni erano molto peggiorate negli ultimi giorni, eppure mi sembrava impossibile poter ricevere, così presto, questo terribile annuncio. Con Mihajlovic perdiamo prima di tutto un uomo straordinario e mai banale, che sapeva alternare ai suoi celeberrimi atteggiamenti burberi una dolcezza e una simpatia fuori dal comune. Perdiamo inoltre un grande campione, che, da giocatore prima e da allenatore poi, ha dato tanto al calcio». «Sei stato uno straordinario amico, compagno, uomo, lottatore. La tua forza, la tua sincerità e il tuo modo di essere semplicemente Sinisa sono stati un esempio per tutti, ogni giorno.
— “Io sono nato a Vukovar, per me era la città più bella del mondo. Ci sono tornato due anni fa, dopo 25 anni… L’ultima volta era stata durante il conflitto nel 1991. Era tutto raso al suolo, non riuscivo neanche a orientarmi. Solo scheletri di palazzi e macchine ammassate per creare trincee. Ricordo lo sguardo di due ragazzini di 10 anni, imbracciavano i mitra. Occhi tristi che avevano già visto tutto, tranne l’infanzia.
Sebbene la giornata fosse afosa e la gente con insistenza facesse molte domande, i ragazzi si sentivano come in paradiso. Mentre i ragazzi erano ancora in cammino, una luce balenò rapidamente per tre volte. Per loro e per gli altri che li seguivano, ciò rappresentò il segno che fece capire dove la Madonna si trovasse. Questa volta la Madonna apparve un poco più in alto rispetto ai giorni precedenti, tuttavia, improvvisamente, scomparve.
Avevi stabilito con Bologna un legame forte, che andava ben oltre il rapporto sportivo, un legame sancito dal conferimento della cittadinanza onoraria. Si discusse molto è vero, ma la scelta arrivò per la profonda connessione emotiva che ci aveva unito a te, proprio a seguito della malattia. Un fatto personale, che hai voluto rendere pubblico ed affrontare con determinazione. Ci siamo presi in giro e guardati negli occhi con umanità in privato.