Il prolasso franco può anche verificarsi con una presentazione di vertice, in particolare se le membrane si rompono prima che la testa sia impegnata. Questo punto è stato incluso solo perché alcuni veterani dell’EMS molto capaci e persino molti ostetrici giurano ancora sulla tecnica di aspirare il meconio al momento del parto mentre la testa è sul perineo della madre . In altre parole, la morbilità/mortalità può essere associata al “distress fetale” associato al meconio, ma sono gli eventi precedenti alla nascita che predispongono il bambino al distress fetale quando si confronta con una limitata capacità di resistenza del feto. Il meconio è composto da vernix, lanugine , cellule epiteliali desquamate e altri contenuti intestinali (bile, muco, ecc.) e può causare un’innocua “macchia di meconio” sulla pelle del feto, spesso di colore verdastro. Qualsiasi “rantolo” riflessivo del feto, dovuto all’ipossia, può deprimere meccanicamente il diaframma fetale, comprimendo il contenuto dell’intestino nel liquido amniotico.
Se la sindrome da trasfusione feto-fetale non è trattata, il rischio di perdere entrambi i gemelli è del 95%. Il distacco della placenta però, non è la stessa cosa del distacco amniocoriale. Nel primo caso parliamo di una patologia ostetrica che si verifica quando la placenta si distacca prematuramente dalla sua sede d’impianto (l’utero) durante la gravidanza, prima della nascita del bambino. Questa condizione avviene circa nell’1% dei casi e diventa più frequente in alcune condizioni a rischio.
Queste immagini possono essere di colore bianco, nero o in varie sfumature di grigio. Gli ecografi di ultima generazione riescono a produrre anche immagini in tre dimensioni, addirittura con sfumature di colore che mimano quelle naturali del bambino all’interno dell’utero. L’ecografia in 3D, disponibile in molti centri di maternità e ambulatori privati, permette una maggiore accuratezza nell’indagine. Ogni problematica si può essere rieducata e trattata fino a contenere i sintomi e disturbi».
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Si raccomanda inoltre ai donatori di sangue che abbiano soggiornato nelle aree dove si sono registrati casi d’infezione di astenersi dalla donazione per 28 giorni dal ritorno da tali aree. I test diagnostici si basano sull’analisi dell’RNA virale tramite rt-PCR (reverse-transcriptase protein-chain-reaction), in quanto l’RNA può essere presente nel sangue dei pazienti infetti fino a 10 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi. In alternativa, si possono ricercare nel sangue dei pazienti specifici anticorpi contro gli antigeni che vengono prodotti a partire da 5 giorni dopo l’infezione. In questo caso si utilizzano come test ELISA (enzyme linked-immunoassay) o IFA .
HDM/Imip realiza mais uma drenagem de líquido amniótico em gestante de alto risco https://t.co/WWlzKz2Ct8 pic.twitter.com/oG1ptWrWuq
— Fala Petrolina (@falapetrolina) January 24, 2018
L’utero è un organo molto vascolare e una rottura costituisce una crisi emorragica che in genere ha un alto tasso di mortalità sia per la madre che per il bambino. Strettamente associato al tema del meconio è il termine “sofferenza fetale”, che è stato sostituito da termini più specifici come “bradicardia fetale”, “acidosi fetale”, ecc. Inoltre, tale documentazione preparerà l’assistente al parto ad aspirare in modo aggressivo il rinofaringe da qualsiasi residuo di meconio prima che il bambino emetta il suo primo respiro, che porterebbe il meconio in profondità nei polmoni. Tuttavia, la rottura delle membrane che rivela sangue o pus è indice rispettivamente di separazione della placenta o di una grave infezione . Quanto più la PROM si verifica prima delle 37 settimane (il termine è considerato settimane), tanto più è probabile che si verifichi un travaglio pretermine spontaneo (o la necessità di indurre un travaglio pretermine se si sospetta un’infezione). Un ematoma di medie-grandi dimensioni, infatti, può limitare o compromettere la crescita e lo sviluppo del feto, traducendosi in un rischio di aborto spontaneo.
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Avere rapporti sessuali nelle ultime settimane di gravidanza è il metodo più naturale per favorire l’avvio del parto. A giocare un ruolo di primo piano sono sia lo stimolo meccanico esercitato sul collo dell’utero, sia le prostaglandine contenute nel liquido seminale maschile. Nelle gravidanze definite “a termine”, che sono la maggior parte, il parto avviene tra la 37a e la 41a settimana. Ad alcune future mamme, però, può capitare di arrivare alla 41a settimana senza avere avvertito alcuna avvisaglia di inizio travaglio, nessuna contrazione preparatoria (cosiddette di Braxton-Hicks).
Il fluido è di colore chiaro oppure rosato e potrebbe anche essere lievemente macchiato di sangue. La quantità di liquido che si può vedere può variare da un modesto gocciolamento a un importante flusso. Giunti al fatidico momento del parto, quando la futura madre è già entrata in travaglio, può accadere che si verifichino delle complicazioni che rendono necessari dei provvedimenti d’urgenza da parte del personale ostetrico. Tra tali inconvenienti una delle meno frequenti, ma anche potenzialmente più pericolose, è il prolasso del cordone ombelicale, che interrompe l’afflusso di sangue verso il feto. Di solito i medici se ne accorgono all’ecografia del primo trimestre, quindi intorno alle settimane di gestazione, perché dalle immagini si nota la formazione del solo massiccio facciale, mentre il cervello resta esposto. Questa esposizione fa sì che il cervello entri in contatto con il liquido amniotico.
E’ consigliabile indossare un assorbente esterno e monitorare il colore e l’odore del fluido, così come l’entità della perdita. A volte il liquido perso è in realtà urina e durante la gravidanza può essere normale. La perdita di liquido amniotico ha un odore diverso rispetto a quello di urina. Nel caso di rottura delle membrane, comunque, è consigliabile recarsi all’ospedale più vicino. Durante la rottura delle membrane, si verifica una perdita di fluido con una sensazione di bagnato a livello genitale.
La rottura delle acque è accompagnata dalla fuoruscita del liquido amniotico precedentemente contenuto nell’omonimo sacco. Il liquido che fuoriesce nel momento in cui si ha la rottura delle acque è un liquido incolore, inodore e caldo. Una discreta quota di donne entra in travaglio tra le 24 e 48 ore dalla rottura delle acque. Il rischio che questo accada è maggiore quando è presente un’infezione genitale.
Il polidramnios è spesso associato a posizione instabile o a presentazione non impegnata, nonché ad abbondante flusso di liquido amniotico dopo la rottura della membrana. Se un neonato sviluppa segni di distress respiratorio, ciò avviene solitamente entro 15 minuti dalla nascita. Il fatto che il meconio sia sottile o denso è probabilmente irrilevante, perché il meconio in assoluto è il fattore di rischio per ciò che potrebbe verificarsi dopo il parto. Nei neonati post-termine, il bambino continua a crescere (richiedendo di più) ma la placenta inizia a deteriorarsi , e questi fenomeni rispettivi e opposti possono scontrarsi. Generalmente, si effettua dopo la 10ª settimana di gestazione (ma sarebbe preferibile aspettare la 12ª per poter valutare contemporaneamente lo spessore della nuca fetale), prelevando il sangue materno per dosare il DNA libero di origine fetale nel plasma. Il NIPT è un test prenatale non invasivo che consente di valutare la probabilità che il feto non sia portatore di una delle più comuni anomalie di numero di alcuni cromosomi con una accuratezza superiore al 95%.
Poi, da queste ultime settimane fino alla fine del travaglio, il feto si muoverà sempre più verso il basso per facilitare la nascita. Questo controllo serve in primo luogo ad assicurarsi che la donna sia realmente in attesa e che l’embrione si trovi all’interno dell’utero e non si stia invece sviluppando all’interno di una tuba (si tratta della cosiddetta “gravidanza extrauterina” ). Distingue insomma tra gravidanza “evolutiva”, ossia che continuerà, e gravidanza che è invece, purtroppo, destinata a interrompersi. Infine, basandosi su alcuni parametri come la lunghezza del feto, l’ecografia può stabilire la data presunta per il parto, incrociando il dato con il giorno dell’ultima mestruazione della donna.
La posizione fetale fa riferimento all’orientamento del bambino rispetto alla schiena della donna. Il feto può quindi essere in posizione frontale alla schiena della donna o di schiena e frontale all’addome . C’è qualcosa che si può fare, però, prima di cercare una gravidanza o dopo aver partorito, e cioè una ginnastica rieducativa del perineo. A causa del peso dell’utero, dell’effetto degli ormoni e del parto , la maggior parte delle puerpere si ritrova coi muscoli poco tonici, non riuscendo a “stringere” per trattenere la pipì. Se si rifiuta di farlo, si può provare a offrirgli cibo tagliato a pezzi ancora più piccoli.
- Il liquido amniotico è prodotto all’interno del sacco amniotico, il quale è a sua volta delimitato da una membrana chiamata amnios che si sviluppa fin dalle settimane immediatamente successive al concepimento.
- È fondamentale durante tutta la gravidanza, ma soprattutto una volta raggiunte le 41 settimane di gestazione, occorre tenere sotto stretta osservazione la placenta.
- Avere rapporti sessuali nelle ultime settimane di gravidanza è il metodo più naturale per favorire l’avvio del parto.
- Qualora da Bi-test e/o NIPT emerga un aumentato rischio di patologia cromosomica, la coppia può valutare se decidere di sottoporsi ad indagini più invasive, ma diagnostiche, come la villocentesi e l’amniocentesi.
- Se il bambino si è girato nei tempi giusti e al momento del travaglio si presenta in posizione cefalica, cioè a testa in giù, il parto avverrà quasi sicuramente per via vaginale, senza la necessità di particolari aiuti medici.
- Se invece la diagnosi avviene a travaglio avviato allora bisognerà procedere velocemente con il cesareo.
In ogni caso è meglio rivolgersi a un medico, che potrà rassicurare la paziente o decidere di sottoporla ad accertamenti. Tieni a mente che al momento del distacco tra il sacco coriale e il sacco amniotico si forma un ematoma come conseguenza dell’accumulo di sangue. In questo caso il sintomo più comune è la presenza di sanguinamenti, che risulteranno, solitamente, leggeri e non duraturi.
Lo stimolo a fare la pipì, per la verità, si avverte fin dai primi mesi della gestazione, ma nelle ultime settimane diventa un’esigenza ancora più intensa a causa della pressione che la testa del bambino, rivolta verso il canale del parto, esercita sulla vescica. Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti. Indipendentemente dalla presentazione fetale, in caso di gravidanza gemellare, la strada del parto cesareo è la più consigliata. In particolare se la madre è alla sua prima gravidanza, il medico consiglia in genere il taglio cesareo in alternativa al parto naturale, che sarebbe difficile da sostenere anche se i neonati si presentassero uno in posizione podalica e uno in posizione cefalica. Tuttavia, se la madre si sente di optare per un parto naturale e se il gemello destinato a nascere per primo è cefalico, si può anche non eseguire il taglio e tentare il parto vaginale.
I decessi nel primo mese di vita sono dovuti principalmente a cause cosiddette endogene, legate alle condizioni della gravidanza e del parto o a malformazioni congenite del bambino. Ogni donna può percepire dei segnali per comprendere in che posizioni si trova il feto durante il corso della gravidanza. In base alle pressioni esercitate dagli arti superiori e inferiori è possibile immaginare come si è posizionato il bambino.
Se, invece, la manovra va a buon fine occorre eseguire un nuovo tracciare per confermare il benessere fetale. È possibile, infatti, che durante la manovra il feto abbia una lieve alterazione del battito cardiaco, che di solito si normalizza con rapidità. Per posizione cefalica si intende quando il neonato è posizionato a testa in giù, con il capo già rivolto verso il canale del parto, ed è, quindi, pronto a scendere quando si avvierà il travaglio. In genere il bambino si muove per prepararsi alla posizione cefalica durante i mesi precedenti al parto, tuttavia, tra la 32esima settimana e la 36esima settimana, esso compie il capovolgimento che lo porterà ad assumere la posizione definitiva per nascere.
Il prolasso del cordone ombelicale consiste in un’anomala posizione del cordone di fronte alla parte presentata del feto, così che il feto stesso comprime il cordone durante il travaglio, causando ipossia fetale. Il deterioramento del paziente può verificarsi a causa del liquido amniotico macchiato di meconio che viene aspirato nei polmoni del feto prima della nascita. Attualmente non esiste alcun vaccino che possa agire alleviando gli effetti del virus Zika. Si prescrive e somministra una terapia solo alla comparsa dei sintomi e prevede l’assunzione di farmaci per alleviarli.