Ci sono sul web le testimonianze dei sopravvissuti all’Olocausto, ma ci sono anche le esaltazioni del fanatico di Hitler. Le nuove generazioni non hanno gli strumenti per poter distinguere». E nella prima serata della manifestazione, curata da Gabriella Buontempo con l’ausilio di Michele Pontecorvo, è stato proiettato “Le mani sulla città” diretto da Francesco Rosi che lo sceneggiò insieme con l’amico La Capria.

Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato. Ogni settimana riceverai le principali notizie e sarai aggiornato in esclusiva su pubblicazioni ed iniziative. Il mondo lo osservò di lato, fino alla fine, come la spigola, ombra grigia profilata nell’azzurro. Anni dopo, ancora insieme, lui e Giglio, fra le mani Assassinio nella cattedrale, commissionato da un Patroni Griffi ormai affermato regista. Traducono a distanza, uno da Milano, l’altro da Roma, al telefono, con continue interruzioni, fra giornali e Rai.

Con Rascel, Proietti, la Melato e la Saltarini. Il mio ruolo era quello dell’Archiepiscopo Lotario. 1965 – Al Teatro Sistina con SCANZONATISSIMO 65 con il sottoscritto, Noschese-Baudo-Sofio-Steni. Cantavo due ariette deliziose ed ebbi un successo particolare.

Si sfogò poi con me dicendomi che un uomo nelle sue condizioni non avrebbe dovuto andare alle corse dei cavalli. Il bel ricordo di Ilaria Occhini pubblicato da Amerino Griffini evoca in me altre memorie, legate ai miei incontri sia con l’attrice appena scomparsa, sia con suo padre, Barna. Cominciamo da quest’ultimo, perché è il ricordo più antico, che alla memoria presbite di un sessantenne risulta anche il più vivido. Doveva essere il novembre o il dicembre del 1977. Renzo Arbore ha una straordinaria capacità di scegliere e di valorizzare i talenti di cui si circonda, di creare uno spirito di divertimento collettivo. Tutto inedito, ogni sera era una novità, senza prove.

Commento dei lettori »

È la bellezza quotidiana di casa La Capria-Occhini, piena di libri e di luce. E’ morto infatti nella giornata odierna il cabarettista napoletanoGino Cogliandro. Volto di diverse trasmissioni televisive, l’uomo aveva raggiunto il successo come componente del trio dei Trettré. Il padre era Ulisse, studioso delle antiche maioliche, premiato alle maggiori esposizioni internazionali per la qualità delle sue opere, di cui si trovano esempi nel lascito della figlia, al Museo del Bargello. Aveva studiato le tecniche antiche, come il lustro di Gubbio, le produzioni di Faenza e Urbino, come anche le ceramiche arabo-ispaniche, e le raffinate produzioni ottomane di Iznik.

Dopo una fuga durata tutta la notte, viene arrestato dai Carabinieri del posto. La trasmissione è realizzata in collaborazione con la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri. La cosa migliore del film è la dimensione sospesa tra realtà e finzione, lo svelare i trucchi scenici, la magia di un’interpretazione, il pianto e il sorriso, la morte e la felicità. Il regista è bravo a tenersi in bilico tra i due piani narrativi e – se fosse farina del suo sacco – sarebbe persino encomiabile lo sforzo di realizzare una commedia sulla differenza tra arte e vita, tra realtà e finzione. Da salvare un’ispirata fotografia di Luca Masiero che immortala la campagna umbra e le strade di Todi nei giorni di Natale.

ilaria occhini causa morte

Morì al Cairo, dove era andato a curarsi, ma anche incaricato dal khedivè, ossia il vicerè del paese, di decorare un suo palazzo. Sue opere si vedono alla Cassa di Risparmio di Pistoia, al Palazzo delle Poste di Firenze e a Villa Stibbert. E fu l’unico, forse, ad esprimersi con efferata grazia, resa ancor più lucida dalla distanza. Sarebbe poi arrivato lo Strega nel 1961 per Ferito a morte – sparò dritto al lettore in mezzo agli occhi, come a una cernia –, il matrimonio con Ilaria Occhini, nipote di Giovanni Papini, nel 1966.

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Dal punto di vista personale, sono molto angosciato. Quando giravo l’Ucraina per cercare le tracce della mia famiglia ho stretto tante relazioni, ora temo per la sorte dei miei amici e vedo nitidamente cosa ha vissuto mio nonno negli anni Quaranta». «Andavi in un bar di via Veneto e ti trovavi a conversare con Ennio Flaiano o Goffredo Parise. Trovavi lavoro alla Rai, ti mettevano in una stanza con Enzo Golino ed Enzo Siciliano e scoprivi che nella stanza accanto c’era Carlo Emilio Gadda. Mangiavi ai tavoli comuni da “Cesaretto” in via della Croce e li ritrovavi tutti lì. Il lutto dello scrittore, che per oltre mezzo secolo è stato legato all’attrice di Mine vaganti, nelle parole della figlia Alexandria La Capria.

  • Quasi sessant’anni di amore e vita assieme.
  • A Napoli, del resto, il realismo era già superato dalla realtà.
  • Il biennio ’45-47, tempi in cui il furore ideologico si sublimava anche attraverso le riviste culturali e la lotta per la “rivoluzione spirituale” si faceva erotismo intellettuale.
  • Primo in Italia a redigere un saggio sulla poesia inglese del Novecento, più che riferirsi alla letteratura italiana dell’epoca, cercò di riprendere il rapporto che un certo intellettualismo dell’entre-deux-guerres aveva perduto con la letteratura europea.
  • I Programmi in tv ora in diretta, la guida completa di tutti i canali televisi del palinsesto.

La Capria è uno degli scrittori più importanti della letteratura italiana del ‘900 e nel 1961 vinse il Premio Strega per il romanzo “Ferito a morte”, mentre nel 2005 ha conquistato il Premio Viareggio per per la raccolta “L’estro quotidiano”. È stato anche autore di radiodrammi Rai e co-sceneggiatore di film come “Le mani sulla città” e “Uomini contro” di Francesco Rosi e “Ferdinando e Carolina” di Lina Wertmüller. Lui e la Occhini si sono sposati nel lontano 1966 e non si sono mai lasciati, nonostante lui amasse restare a Roma e lei prediligesse la campagna di Arezzo, dove aveva ripristinato l’azienda agricola di famiglia risalente al ‘500. Di lei, La Capria amava la sua indipendenza, né provò mai a distoglierla dal suo amore per il teatro. “Lei possiede quella rara cosa che è l’intelligenza del cuore”, disse lo scrittore della moglie, che raccontò la loro storia d’amore nel libro autobiografico “La bellezza quotidiana”.

Il capitolo incriminato, la polemica con Anna Maria Ortese, l’autrice – sguardo da falena, capelli da spagnola – che ferisce a morte i suoi colleghi. “Il silenzio della ragione” – ultimo capitolo del libro-reportage che le valse il Premio Viareggio – le costò un vivo ostracismo da parte delle sue amicizie partenopee. Dandy, elegante, disincantato, dimostrazione perfetta che per uno scrittore non è importante produrre molto, ma basta scrivere un capolavoro, Raffaele La Capria era un napoletano d’altri tempi. Allegro, ironico, col sorriso sulle labbra «anche quando assumeva atteggiamenti critici di fronte alla realtà», ha detto chi lo conosceva bene. Dal punto di vista artistico ha vissuto almeno cinque vite e sempre le ha concluse con successo.

ilaria occhini causa morte

Pur non avendo mai frequentato alcuna accademia. Non a caso, la definizione che dà di sé è la stessa che dà il titolo della sua prima autobiografia, Corpo estraneo, pubblicata di recente dalla casa editrice Baldini+Castoldi. Va anche detto che in queste ore circola il rumors secondo cui il decesso della Regina potrebbe essere già avvenuto ma per motivi di protocollo la comunicazione ufficiale slitterebbe. Tuttavia se Mentana avesse saputo in anticipo della scomparsa della Regina non avrebbe prontamente cancellato il post. Quel «qualcosa» fa il paio col distacco verso la sua bellezza.

«Dudù sarebbe contento», commenta Buontempo, «del resto noi vogliamo creare una comunità di amici dell’isola, che come La Capria se la portino dentro». E così è certamente per Mendelshon, che, dice, qui ha fatto migliaia di foto. La trama di Mine vaganti ruota attorno a Tommaso , un ragazzo che vive a Roma ma decide di fare ritorno a Lecce dalla famiglia per rivelare a tutti la sua omosessualità.

Anche per questo ho lasciato Napoli per venire a Roma quasi settant’anni fa». «Non direttamente, ma quando rientravo di sera avevo sempre la sensazione che qualcuno di loro mi seguisse». «Perché sono nato e cresciuto a Napoli e per di più da ragazzo abitavo a Palazzo Donn’Anna, un luogo che rappresentava l’anima della città. Lì convivevano in armonia i pescatori, i nobili, i borghesi e anche i fantasmi».

Donna attiva e determinata, si mette a lavorare, aprendo una tabaccheria. Dopo poco conosce un uomo con cui intraprende una relazione. Ma la sua, purtroppo è una felicità che durerà poco. Quando l’ex marito scopre la nuova relazione, sente di “aver perso la faccia” davanti a tutto il paese e decide di fargliela pagare. Il 23 dicembre 2018, armato di fucile e pistola, l’uomo va nella tabaccheria dove uccide Francesca e il nuovo compagno.

ilaria occhini causa morte

Io, quando sono in scena, faccio tutto con passione. “Perché bisogna sempre bruciare di passione quando s’intraprende qualcosa. Per bruciare sino alla morte, che è l’ultimo atto della vita e completa l’azione trasformandola in cenere”.

Girato nel 2010, il film vede come interpreti volti noti del cinema nostrano, come Riccardo Scamarcio, Elena Sofia Ricci, Lunetta Savino, Ilaria Occhini, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ennio Fantastichini e Daniele Pecci. Mine vaganti è un film del 2010 diretto da Ferzan Ozpetek, con Riccardo Scamarcio protagonista e candidato a 13 David di Donatello. Pranzammo in terrazza e l’umore di La Capria si fece sorridente. A quel tavolo c’era anche Emanuele Trevi che di Cent’anni di impazienza ha scritto un’introduzione quasi afasica, come deve essere delle parole più intime (cui segue l’introduzione di Raffaele Manica). Io sono un uomo religioso, ma nel mio modo. Penso che nel mondo la cosa più importante sia il mistero e quando c’è il mistero c’è religiosità».

ilaria occhini causa morte

Il personaggio di “Signora mia, guardi” nacque proprio così, improvvisando. Una donna dedita alla famiglia, una che reggeva la casa e un complicato sistema di affetti, le cui uniche finestre sul mondo erano i giornaletti di gossip. Ebbe un tale successo… c’era da montarsi la testa. Mentre tutto il mondo attende con ansia e apprensione ciò che sta succedendo in Inghilterra, con le condizioni di salute della Sovrana sempre più precarie, Mentana ha comunicato ai suoi follower il decesso della Regina Elisabetta. E’ possibile che abbia dato per certo un post scritto da un profilo fake della BBC.